Il 33enne, inoltre, è l’unico indagato per l’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica (Salerno), ucciso con nove colpi di pistola il 5 settembre del 2010. Secondo le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Salerno, i due fratelli sarebbero ricorsi a violenze e minacce per costringere il teste a non deporre. Bruno Humberto Damiani, attualmente detenuto, è stato estradato in Italia dalla Colombia nell’aprile di quest’anno, dopo un lungo periodo di irreperibilità e latitanza trascorsa in Sudamerica. Dall’estate del 2011, infatti, era irreperibile e latitante: nei suoi confronti erano stati emessi due distinti provvedimenti restrittivi. Durante la sua latitanza in Sudamerica, il brasiliano ha cercato, avvalendosi di familiari e conoscenti, di intimidire e minacciare i testimoni che lo accusavano di spaccio di sostanze stupefacenti nel Cilento; in particolare A. F., che nell’estate del 2013 fu anche vittima di un’aggressione da parte del fratello Stefano. Con l’avvicinarsi dell’inizio del processo a Vallo della Lucania, Damiani ha reiterato dal carcere le minacce, allo scopo di intimidire il testimone, avvalendosi non solo del fratello ma anche dell’appoggio di due conoscenti residenti a San Mauro Cilento, i fratelli W.M. e A.M. Questi ultimi due sono indagati in stato di libertà, mentre il gip di Salerno ha disposto per il brasiliano la custodia in carcere e per il fratello gli arresti domiciliari.
(ANSA).