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Nuova inchiesta sul Crescent si indaga su Fusandola e concessioni demaniali

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Non c’è pace per il Crescent. C’è una nuova inchiesta portata avanti dalla Procura di Napoli dopo gli esposti di Italia Nostra e comitato No Crescent sulle concessioni demaniali che hanno riguardato l’area dell’emiciclo di Bofil e la deviazione del torrente Fusandola. I denuncianti sono gli stessi che hanno già trascinato in un’aula di  tribunale il governatore De Luca,  quando era ancora primo cittadino di Salerno, insieme ad altre ventidue persone per le presunte irregolarità nella realizzazione del complesso urbanistico.

Questa volta sotto le luci dei riflettori della giustizia finisce il fiume Fusandola e la deviazione del suo corso, necessaria (secondoi progettisti) perla realizzazione della «mezzaluna». Ma non solo. Ci sarebbero anche alcune procedure amministrative la cui irregolarità sarebbe emersa, stando a quanto riferiscono informalmente gli ambientalisti, durante alcuni procedimenti giudiziari già in corso e, soprattutto, durante l’ultima udienza presso il Consiglio di Stato.

Concessioni, si legge in un esposto, «che hanno permesso l’utilizzo di oltre 20mila metri quadrati di superfici demaniali, tra cui arenile, specchi acquei e alveo nuovo e vecchio del torrente Fusandola»

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