Ci si rende sempre più conto che il nemico diventa invisibile, si insinua e confonde nelle nostre abitudini e, all’improvviso, in nome di un credo interpretato in modo distorto, fa esplodere sé e la sua crudeltà.
Sin da subito, a cominciare da Parigi, in tutta Europa, la risposta delle persone, a tanta inopinata violenza, è stata determinata ed orgogliosa. La gente è scesa copiosa nelle strade, ha affollato bar, ristoranti, cinema, stadi, nell’intento di manifestare e rivendicare il diritto alla propria normalità; di contro, però, è cresciuta la temuta psicosi del terrorismo.
Pure in Italia, in particolare a Roma e Milano, è bastato minimo segnale per far scattare, con l’allarme, poderose misure di sicurezza. A Bruxelles e nell’intero Belgio la tensione è altissima; il premier, Charles Michel, ha invitato la popolazione alla massima cautela e posto le città – divenute spettrali – sotto assedio; il rischio di attentati è serio.
“La Cultura è un argine fondamentale contro l’oscurantismo”, è il monito che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha pronunciato nel corso della recente visita a Napoli, quasi a stigmatizzare che, spesso, le raffinate menti le quali ordiscono il male, trovano terreno fertile e reclutano adepti ovunque perdurino arretratezza, ignoranza e miseria.
“Maledetti coloro che operano per la guerra e le armi” ha tuonato papa Francesco, ampliando, inequivocabilmente, responsabilità e colpe anche nei confronti di quelli che, attraverso i loro affari, supportano ed alimentano tensioni e conflitti nei diversi dove del pianeta.
I governi, qualora sottoposti a malevoli tentativi di condizionamento, facciano prevalere tutta la forza della democrazia che li esprime, proprio su quei gruppi di pressione e di potere, ovvero sulle “eminenze grigie” che, cinicamente, perseverano nel tramare onde orientare e telecomandare scelte al fine di esercitare un controllo e trarne bieco profitto. Ci sono lobby a cui piace confondere la finanza con il Monopoli e la guerra con il Risiko. La libertà, la civiltà, la religione, la vita degli individui non sono un gioco e ciò a cui stiamo assistendo non è, certo, una spy story con James Bond protagonista.
Se oggi i popoli ed i paesi del vecchio “Patto Atlantico” iniziano a manifestare attenzione ed interesse verso Vladimir Putin e la sua risolutezza, penso sia giunto il tempo che a Washington, e non solo, qualche interrogativo, sulle scelte operate in politica estera negli ultimi venticinque anni, comincino a porselo.
editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista