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Salernitana tra maledizione difensiva e dubbi tattici

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A Michele Franco è stato sufficiente giocare un’intera partita al centro del retroguardia per essere colpito dalla maledizione difensiva. Adattato da centrale, l’ex del Perugia contro la Pro Vercelli aveva sostituito lo squalificato Lanzaro e si è infortunato nel corso della sfida dell’Arechi. Il terzino ha rimediato uno stop di circa due settimane ed ora sarà costretto ad intraprendere il percorso riabilitativo a Salerno. E’ per questo che Franco ha abbandonato il ritiro di Pescia e resterà ko almeno fino alla trasferta di Modena della 19^ giornata. Dopo i centrali Schiavi, Trevisan e Bernardini anche Franco finisce nell’infermeria sempre più affollata di difensori granata.

Torrente, che all’emergenza difensiva ha ormai fatto l’abitudine, per le prossime due trasferte di campionato non ha praticamente più alternative a disposizione nel pacchetto arretrato. Dopo la parentesi di Coppa la Salernitana nel ritiro toscano continuerà a prepararsi alla doppia trasferta di Vicenza e Livorno. Il tecnico è chiamato a ragionare sulle soluzioni tattiche a sua disposizione e a quelle che si conciliano con l’esigenza di schierare nell’undici di partenza la coppia d’attacco composta da Coda e Donnarumma. Soprattutto in trasferta il trainer di Cetara sarà costretto a rinforzare la linea di centrocampo. Ragion per cui molto probabilmente Bovo tornerà presto titolare in mediana, mentre Sciaudone salterà la gara in Veneto per squalifica.

Pestrin è alle prese con nuovi acciacchi. Dunque Moro e Odjer saranno chiamati entrambi in causa nella prossima sfida di campionato. Alla luce degli uomini a disposizione (tra questi ci sono anche gli esterni Milinkovic e Troianiello), mister Torrente è chiamato a sciogliere i nodi tattici. Tra questi c’è anche il ruolo che il tecnico intende affidare a Gabionetta che da esterno nel 4-2-4 proposto contro la Pro Vercelli. Torrente ha preferito non impiegarlo sulla trequarti nell’ultima partita casalinga, scartando quindi l’ipotesi del 4-3-1-2. Per il doppio turno esterno, però, al tecnico restano poche alternative tattiche a meno che non decida di lasciare uno tra Donnarumma e Coda in panchina.

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