“La pazienza è finita, c’è una maglia da onorare…” scrivono gli ultras della Curva Sud Siberiano, stanchi di assistere di giornata in giornata al lento declino dei granata. Dopo i timidi segnali di ripresa arrivati con Novara e Latina, la Salernitana ha di nuovo arrestato la propria marcia ma, soprattutto, ha fatto registrare una netta involuzione sul piano del gioco. Tornare sugli errori di valutazione compiuti in sede di programmazione, adesso, però, è un esercizio inutile e stucchevole. Prima di poter ricorrere alle classiche “toppe” per riparare agli abbagli presi in estate, c’è una ghiotta fetta di campionato sul banchetto natalizio che la Salernitana non può non cogliere.
E’ per questo che il ritiro di Pescia dovrebbe servire anche a ricompattare un gruppo che non ha fornito grandi segnali di unione fino ad ora. Oltre alla coesione, nel cocktail necessario per mantenere la categoria, andrebbero aggiunte anche grinta, determinazione e lucidità, quella che è richiesta soprattutto al tecnico, affinchè possa sfruttare al meglio le doti di quello che, per ora, “passa il convento”. Adesso la clessidra non è più dalla parte dai granata, la proroga concessa per la fase di rodaggio è terminato, così come si è esaurita la fase degli esperimenti e delle prove. Ora tutti sono sotto esame e le tre gare racchiuse in una settimana potrebbero risultare particolarmente indicative, se non decisive.