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In difesa serve Lanzaro in versione “The Wall”

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Partiamo da un presupposto: se la Salernitana con 23 reti ha la terza peggior difesa della Serie B (peggio solo Como con 27 e Avellino con 25) e se solo in una circostanza in campionato è riuscita a chiudere una partita senza subire gol, la colpa non è dei singoli, ma dell’interpretazione da parte di tutta la squadra della fase difensiva e dei continui cambi di interpreti che hanno riguardato il pacchetto arretrato, falcidiato da infortuni e squalifiche. L’intesa, l’amalgama, la conoscenza dei movimenti sono tutti requisiti fondamentali per rendere granitico il reparto difensivo (e sarebbe un passo importante da compiere sulla strada che conduce alla salvezza). Ma, al di là di questo, anche dai singoli è lecito attendersi dell’altro.

In particolare, se ad Empereur (un giovanissimo) è difficile chiedere più di quello che sta facendo, da Maurizio Lanzaro ci si sarebbe aspettati un rendimento ben diverso. Un calciatore che ha maturato tanta esperienza, in Serie A, nella Liga spagnola, che ha alle spalle già diversi campionati di Serie B, avrebbe dovuto rappresentare (proprio come è successo lo scorso anno) un leader incontrastato del reparto arretrato. E invece, anche il centrale avellinese s’è fatto travolgere dal marasma che ha letteralmente assalito al retroguardia granata. Complici anche alcuni problemi di natura fisica, come quello a causa del quale è rimasto fermo ai box per tre settimane dopo essere rimasto in campo per appena 10 minuti contro il Perugia, Lanzaro, che già nelle prime giornate non era parso brillantissimo, dopo il suo ritorno a disposizione ha fatto fatica a ritrovare la migliore condizione.

La Salernitana, che ha bisogno di trovare dei leader ai quali aggrapparsi nei momenti di difficoltà, chiede di più all’esperto difensore, che lo scorso anno s’era guadagnato l’appellativo di “The Wall”, il muro, per la sua capacità di risultare insuperabile per gli avversari. Lanzaro, accostato nei giorni scorsi al Foggia, per carattere, per esperienza, per qualità umane, ha la possibilità di indossare i panni del condottiero e deve solo ritrovare una condizione fisica adeguata e la necessaria tranquillità, ma poi, ne siamo convinti, saprà condurre i compagni di squadra (soprattutto quelli più giovani) fuori dal guado.

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