C’è un aspetto che accomuna, infatti, entrambi i club dell’imperatore Claudio ed è rappresentato da un cammino, per certi versi simile, nei rispettivi campionati, con vicende comuni vissute sia in terra laziale che sul territorio salernitano. Ad esempio, l’allestimento dell’organico sempre in extremis, errore che si è rivelato più dannoso per la Lazio, impegnata nei preliminari di Champions, che non per la Salernitana, ma che comunque ha inciso sulla fase iniziale del campionato sia per una che per l’altra. C’è poi l’esame del campo, che non ha promosso per ora a pieni voti entrambe le formazioni, tutt’altro. Risultati deludenti, sconfitte inattese hanno macchiato il percorso iniziali delle due compagini.
Non di certo fuochi d’artificio, ma sicuramente ci si aspettava qualcosa di più sia da una che dall’altra. Il parallelo coincide anche se il paragone si allarga alle panchine. Quella di Pioli non è poi molto più salda di quella di Torrente. E al di là delle dichiarazioni di rito, i risultati rischiano di condannare entrambi. Infine c’è anche la maledizione infortuni ad accomunare le due creature di Lotito. A Salerno ha colpito al centro del reparto difensivo, a Roma è meno grave, ma la disavventura capitata a Lulic è davvero paradossale. In pratica la “nuvoletta nera” si è estesa anche sul territorio laziale. Inutile aggiungere che Lotito intende invertire la rotta sia su un fronte che sull’altro. Per gli sviluppi non resta che attendere il mese di dicembre e aspettare l’apertura dei regali natalizi.