Una donna di 30 anni di Cava de’ Tirreni ha perso uno dei due gemellini che aveva in grembo al termine di un calvario per il ricovero cominciato a Cava, proseguito a Salerno e conclusosi a Milano con la morte in culla del neonato. La donna
– come scrive Metropolis oggi in edicola – si era recata in due ospedali (Cava e Salerno) ma non sarebbe stata ricoverata. Necessitava di un intervento difficile per mettere al mondo i piccoli e su indicazione dei medici si sarebbe recata in una clinica Universitaria di Milano dove aveva partorito. Per quel decesso è stato presentato un esposto alla Procura del capoluogo meneghino che ora informerà anche la magistratura inquirente salernitana. Si dovrà appurare se ci sono responsabilità specifiche su quei due mancati ricoveri tra il Santa Maria dellʼOlmo e il Ruggi (ritardo per lʼintervento) e su quel parto eseguito presso la struttura milanese.
Nella denuncia presentata la trentenne non sarebbe stata ricoverata a Cava deʼ Tirreni perchè lʼospedale non avrebb avuto le giuste attrezzature per poter effettuare lʼintervento, così era stata dirottata al San Giovanni di Dio e Ruggi dʼAragona. Ma qui la giovane mamma non sarebbe stata ricoverata in quanto gli sarebbe stata diagnostica unʼaltra patologia diversa dal «parto gemellare difficile». E così era stata spedita a Milano, dove- appena arrivata alla clinica Mangiagalli-aveva dato alla luce i due gemelli dopo un parto complicato. Ma qualche ora più tardi uno dei due bambini muore. I familiari della donna vogliono chiarezza e ora toccherà alle rispettive Procure capire se ci sono responsabilità su quei mancati ricoveri a Cava e Salerno e se ci sono colpe da addebitare ai sanitari della Clinica milanese.