Da 15 anni all’università di Losanna, Volterra ha scoperto che gli astrociti avvertono l’innalzamento dei livelli della molecola proinfiammatoria TNF-alfa e in risposta a ciò causano il malfunzionamento dei neuroni nei centri della memoria.
Volterra ha usato modelli animali di sclerosi multipla SM (almeno il 50% dei pazienti con SM presenta turbe cognitive, le cui cause finora non erano note) e visto che sono sufficienti innalzamenti locali anche solo moderati (di 10 volte) di TNF-alfa che perdurino per pochi giorni per alterare l’attività dei neuroni della memoria.
”La scoperta è importante considerando il fatto che in certe patologie il TNF-alfa aumenta anche di più – spiega il ricercatore all’ANSA – ad esempio di 20-30 volte, e può restare a tali livelli alti per mesi o anni, come avviene nell’Alzheimer”.
Questa scoperta, conclude il ricercatore, ”potrebbe ora aprire la via alla messa a punto di un farmaco capace di penetrare nel cervello e bloccare l’iperattivazione degli astrociti indotta dall’eccesso di TNF-alfa, rivelandosi così efficace contro uno dei sintomi principali della demenza, i problemi cognitivi e di memoria, ma anche in altre malattie neurodegenerative come la sclerosi multipla”. (ANSA).