Le attenzioni sono concentrate sul mondo dello spaccio di droga tra il comune capoluogo e i Picentini: dopo l’efferato delitto sono scattati i controlli a tappetto che hanno interessato alcuni personaggi già noti alle forze dell’ordine e appartenenti (nel territorio tra Pontecagnano, Bellizzi, Battipaglia, Salerno ed Eboli) a cosche che operano nel traffico di sostanze stupefacenti.
Chi ha sparato a Massimiliano Nastri l’altra sera sapeva che il 34enne di Sant’Antonio aveva un appuntamento obbligato e quotidiano al quale non poteva disattendere: doveva rientrare a casa entro le venti di ogni sera perché sorvegliato speciale. Un’informazione che il killer ha sfruttato per pianificare l’agguato. Massimiliano ha cercato anche si scappare ma non ce l’ha fatta.
Nelle ore successive all’omicidio gli investigatori – come scrive Il Mattino oggi in edicola – hanno fatto una serie di perquisizioni e avrebbero sottoposto una persona alla prova dello stub.
La pista della droga resta la più battuta. Secondo gli inquirenti Massimiliano Nastri potrebbe aver cercato di rientrare nel giro illecito e aver pestato i piedi a chi gestisce lo smercio.
Gli inquirenti lavorano anche su una macchia di sangue trovata sul luogo del delitto e che potrebbe appartenere ad uno dei killer. Non è escluso che Massimiliano possa aver litigato prima di essere ucciso
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