Quello che esiste invece è il titolo “Piano Terra dei Fuochi” riferito alla partecipazione della Campania all’Expo 2015.
All’esposizione universale, recuperata in extremis altrimenti si sarebbero persi non solo fondi ma anche la possibilità di sconfessare in modo scientifico e in una vetrina internazionale i pregiudizi di anni di aggressioni mediatiche contro la “buona terra”, la Campania ha portato la propria cultura, i propri monumenti, l’orgoglio della dieta mediterranea e per la prima volta i dati ufficiali che demoliscono la campagna denigratoria sui prodotti alimentari scaturita dalla cattiva gestione dell’emergenza rifiuti iniziata 15 anni fa.
Per l’Expo, la precedente amministrazione aveva stanziato ben sei milioni di euro. L’attuale amministrazione ha risparmiato 3,2 milioni. La cifra residua, come previsto dall’avviso “Arte e cultura per follow up Expo 2015”, è stata destinata con bando e prevedendone la rendicontazione, ai cinque comuni capoluoghi della regione come prosecuzione in loco della strategia Expo.
Ogni singolo capoluogo, compreso Napoli presente all’Expo anche con specifiche promozioni del Teatro San Carlo e del Museo Madre, ha potuto e può utilizzare quota parte la cifra risparmiata, per promuovere il proprio territorio.
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