LA CAMPANIA. La città di Salerno dopo due anni in cui stazionava al 93° posto (2013-2014) guadagna una posizione e si piazza 92°. Napoli perde 5 posti e scivola 101°. Caserta è penultima (108) davanti solo al fanalino di coda Vibo Valentia (109esima provincia italiana). Perde tantissimo Benevento che dall’84esimo posto del 2014 ora è 99° mentre Avellino è la prima città campana a comparire in classifica, l’unica in ascesa che compie passi in avanti anno dopo anno: dopo le 7 posizioni conquistate nel 2014 quest’anno ne supera altre 5 piazzandosi all’81° posto.
La ricerca. Anche quest’anno l’indagine si snoda attraverso sei aree tematiche (Tenore di vita, Affari e lavoro, Servizi/Ambiente/Salute, Popolazione, Ordine pubblico, Tempo libero) per un totale di 36 indicatori con relative classifiche parziali, di tappa e finali. Tra le novità metodologiche il fatto che le province considerate siano salite da 107 a 110, vista la disponibilità di dati statistici anche per Bat (Barletta-Andria-Trani), Fermo e Monza Brianza.
Prima e ultima: i fattori premianti
Quanto ai risultati, Bolzano ritorna al primato per la quinta volta in 26 anni di ricerca (dopo 2012, 2010, 2001 e 1995). Molti i punti di forza evidenziati dall’indagine 2015: nei primi due capitoli (tenore di vita e affari e lavoro), eccelle ad esempio nel tasso di occupazione (71% contro una media del 56%), nella quota di crediti in sofferenza (solo 5,7%, ossia meno di un terzo rispetto al valore medio), nei consumi (2.660 euro per famiglia, 700 in più della media). Buoni risultati anche in Popolazione, in particola per l’indice di vecchiaia e la speranza di vita) e nel Tempo libero (dove è prima per presenze agli spettacoli e nella top ten per sport e spesa dei turisti stranieri). All’estremità opposta, Reggio Calabria ha i piazzamenti peggiori nei primi tre capitoli, Tenore di vita, Affari e lavoro Servizi: alta è infatti la quota degli impieghi a rischio (36%), basso il patrimonio familiare medio (193mila euro contro una media di 345mila), la quota di export sul Pil (meno del 2%), la dotazione di asili nido (coperto meno del 2% dell’utenza), pessimo il voto di Legambiente.
Le vittorie di tappa. La ricerca attribuisce un primato anche per ciascuno dei sei capitoli dell’indagine: così in tenore di vita abbiamo Milano come capolista, in Affari e lavoro al top c’è Prato, per Servizi Ambiente e Salute la più efficiente risulta Monza e Brianza, nel capitolo demografico svetta Olbia Tempio, in Ordine pubblico la più tranquilla risulta Nuoro e nel tempo Libero infine Rimini.
Il caso Milano, la top ten, Nord e Sud. Quanto al secondo posto di Milano, è guadagnato soprattutto grazie agli indicatori del benessere (pensioni, Pil), dei servizi e delle opportunità di svago, mentre meno bene va sul fronte della sicurezza (trend che comunque coinvolge tutti i centri più grandi o ad alta attrazione economica o turistica).
L’eterna rivale Roma quest’anno scende al 16° posto. La top ten è occupata dai centri del Nord e del Centro (con l’aggiunta di Olbia-Tempio), di piccole o medie dimensioni (salvo appunto il caso di Milano e, in parte, di Firenze), spesso situate lungo l’arco alpino (come Bolzano, Trento, Sondrio, Cuneo, Aosta). Dopo la Lombardia, sempre nella top ten, è la Toscana la regione più rappresentata, con Siena stabile (nona come nel 2014) e il capoluogo Firenze che mette a segno un notevole miglioramento, salendo al quarto posto. Nella parte finale si concentrano invece le province del Mezzogiorno, restituendoci l’immancabile fotografia di un’Italia tagliata in due Le province più in difficoltà delle altre aree territoriali sono, per il Centro, Frosinone (84ª) e, per il Nord, Asti (75ª).
Fonte IlSole24Ore