La misericordia non è un’idea astratta, essa è l’essenza di Dio ed è “divenuta viva, visibile ed ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth” (MV 1). Il Padre, “ricco di misericordia”, “nella pienezza del tempo”, mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore per l’umanità. Gesù, “con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio”. Gesù, infatti, è il volto della misericordia del Padre.
La festa del Natale del Signore è un’occasione favorevole per considerare il mistero dell’amore infinito di Dio. Il Bambino di Betlemme che contempliamo adagiato nella mangiatoia è il Figlio dell’Eterno, è l’Emmanuele, è il “Dio con noi”, è il Dio vicino. L’evangelista Giovanni ci dice: “Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv. 1,18).
Tra i rumori delle feste natalizie, ritagliamoci qualche momento di silenzio e di raccoglimento, per meditare sul mistero incomparabile del Natale. Lasciamoci pervadere dallo stupore e dalla meraviglia della tenerezza del Santo Bambino. Apriamo a Lui con confidenza il nostro cuore e lasciamoci conquistare dalla sua luce, dalla sua gioia e dalla sua pace.
Prestiamo attenzione anche alle modalità della sua venuta, segnata dalla sobrietà e dalla povertà. Il Figlio di Dio, ha scelto di nascere tra gli umili ed i poveri.
Mettiamoci alla scuola della misericordia divina e impariamo la lezione che ci viene dal presepe. Natale offra ad ogni uomo la possibilità di mettere in pratica qualcuna delle opere di misericordia corporale o spirituale suggerite dal Santo Padre.
Nelle feste natalizie, sarebbe bello aprire la propria casa per ospitare a tavola qualche persona che vive nel bisogno o nella solitudine. Tale ospitalità potrebbe realizzarsi nella domenica della Santa Famiglia, il 27 dicembre, come segno di accoglienza di Gesù stesso, rifiutato a Betlemme.
Con affetto auguro a tutti, un Santo Natale all’insegna della misericordia e della tenerezza!