La prima sezione del Tribunale civile di Napoli (presidente Carlo Imperiali, giudice relatore Umberto Antico, a latere Roberta Di Clemente), ha rinviato oggi la decisione del giudizio di merito in attesa della pronuncia della Consulta sulle eccezioni di incostituzionalità della Legge Severino.
La sentenza slitta pertanto di alcuni mesi, durante i quali il governatore resta comunque nella sua carica perché il Tribunale non ha ritenuto – al contrario di quanto chiedevano il Movimento 5 Stelle, Sel e un gruppo di consiglieri del centrodestra – di dover revocare l’ordinanza emessa a luglio dallo stesso tribunale che ”sospendeva la sospensione” stabilita in applicazione della Severino.
A rivolgersi al Tribunale erano stati i legali di De Luca dopo che il 26 giugno scorso un decreto del presidente del Consiglio in base alla Severino aveva sospeso il governatore appena eletto, in conseguenza di una condanna in primo grado per abuso di ufficio relativa a fatti avvenuti quando De Luca rivestiva la carica di sindaco di Salerno.
Con un provvedimento di urgenza il giudice monocratico Cioffi aveva sospeso tale provvedimento. Sospensione poi confermata a luglio dal Tribunale in composizione collegiale (uno dei componenti, Anna Scognamiglio è finita poi sotto inchiesta per presunte pressioni per un esito favorevole a De Luca) che aveva accolto le eccezioni sollevate dai legali del presidente della Regione e trasmesso gli atti alla Consulta.
Nel provvedimento, adottato nella camera di consiglio del 23 dicembre e depositato oggi pomeriggio, il Tribunale sottolinea in particolare che la sospensione del giudizio di merito è obbligata in presenza di una questione di incostituzionalità pendente davanti alla Consulta. La legge istitutiva della Corte Costituzionale prevede infatti la “sospensione obbligatoria” (è scritto “sospende”, non “può sospendere”, si rileva nel provvedimento).
“Il giudice – afferma il Tribunale – non può decidere la controversia se la Corte Costituzionale non dirime il dubbio sulla contrarietà della norma all’assetto costituzionale”. Se ne riparlerà, dunque, solo quando la Consulta si sarà pronunciata.
De Luca ha espresso “gratitudine e apprezzamento ai magistrati di Napoli che – ha detto – indifferenti a pressioni e condizionamenti di varia natura, continuano ad affermare semplicemente le ragioni dello stato di diritto”. “Confermo la mia assoluta serenità e, come sempre, il pieno rispetto per la magistratura e la sua autonomia. Continuerò a lavorare al servizio della comunità, senza farmi distrarre da vicende che a volte hanno come unica ragione la strumentalità politica”.
“L’ordinanza accoglie in pieno le ragioni di De Luca e respinge l’istanza di revoca della misura cautelare. De Luca continua a governare legittimamente la Campania”, ha affermato l’avvocato Lorenzo Lentini, legale del governatore.
“Il Tribunale di Napoli non ha deciso la causa ed aspetta una nuova pronuncia della Corte Costituzionale che, sostiene sempre il Tribunale, potrebbe anche cambiare idea. A me sembra un’ipotesi improbabile, non argomentata, e che non giustifica il permanere in carica di un soggetto privo dei requisiti di legge”: è il commento dell’avvocato Salvatore Di Pardo, costituitosi in opposizione al ricorso di De Luca e in rappresentanza di alcuni ex consiglieri del centrodestra. Contro il ricorso si erano costituiti anche il M5S, con l’avvocato Oreste Agosto, e Sel, con l’avvocato Arnaldo Miglino.
“Un altro rinvio? Scelta annunciata. Grande preoccupazione per stabilità e credibilità politica in Campania” scrive su Twitter il capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale, Stefano Caldoro. E Valeria Ciarambino, capogruppo M5s: “Questa estenuante partita a ping pong non fa altro che far precipitare ancora di più la Campania nel caos, il vero peccato originale è stato candidare De Luca”.
Fonte ANSA