Il brano sarà disponibile in tutte le emittenti italiane e spagnole a partire dal 7 gennaio 2016, nonché in tutte le piattaforme digitali e di streaming. Inoltre, il brano è accompagno da un video-clip girato dallo stesso Vittorio Merlo – raccogliendo alcune immagini di Angelo e del suo territorio – che sarà pubblicato su VEVO in contemporanea con il Radio Date. Il ricavato proveniente dalle vendite del CD promozionale e dalla vendita digitale, sarà versato alla “Fondazione Angelo Vassallo – Sindaco Pescatore”.
“Mi chiamo Angelo, mi alzo quando sorge il sole, sono il sindaco, sono il pescatore. Mi chiamo Angelo questo è il mio nome, non sono triste ma non ho più il sorriso.” Inizia con queste parole la canzone dedicata al Sindaco Pescatore da Vittorio Merlo.
Nella ballata Angelo Vassallo si rivolge direttamente al suo assassino: “Ti ho incontrato una sera mio assassino, mi hai sorpreso come fossi un bambino. Ti ho guardato negli occhi senza paura, ti ho guardato, è finita l’avventura. Acciaroli non può più darmi il pane, io sono un angelo, non ho più fame.”
E prosegue: “Non faccio miracoli, non moltiplico il pane ma di giustizia e uguaglianza ho ancora fame”. Quindi rimarca che dopo oltre cinque anni dall’assassinio ancora non c’è un colpevole: “Mi chiamo Angelo – si chiude la ballata – questo è il mio viso. Tu come ti chiami? Ce l’hai un sorriso?”.
Il brano, parole e musica di Vittorio Merlo, suonato e arrangiato da Riccardo Zappa ne “La camera incantata studio”, per l’esecuzione vede Federico Bragaglia alla batteria, Vittorio Merlo al piano e alle tastiere (master: Sage Audio, Nashville). In copertina, foto di Vincenzo Pagano. Il cd contiene anche una emozionante versione acustica.
“Dopo la fiction – spiega il presidente Dario Vassallo – prodotta da Solaris Media e Rai Fiction, che vede Sergio Castellitto nei panni di Angelo e che presto andrà in onda su Rai Uno, dopo la rappresentazione teatrale, dove il Sindaco Pescatore viene interpretato da Ettore Bassi, arriva “La ballata del Sindaco pescatore” a cura di Vittorio Merlo. Questi tre lavori rappresentano la forza del libro da me scritto nel lontano 2011 e la persuasività delle storie in esso contenute, ma allo stesso tempo la pochezza di quei pochi che, anche rivestendo ruoli istituzionali, hanno contrastato con tutte le loro forze questo libro e l’operato della Fondazione. Noi continueremo nel nostro lavoro di legalità, ma soprattutto non ci dimenticheremo mai di loro.”