Su facebook nella pagina “Ultrà Moderati” un toccante ricordo di Andrea Cerbarano
“Andrea
La Pioggia stamani, pur cadendo come sempre fa,
mi scivolava addosso, come
una carezza ruvida che amara i nervi, che
stretti insieme disegnano il mio me
lasciando spazio sufficiente per permettermi d’uscire via.
Lui è morto.
Perché dovrei coprirmi allora?
Se anche oggi il ventre di cielo lacrima, che
lacrimino allora i miei occhi e lo facciano
silenziosamente
in modo che i pensieri possano
vociare alto.
Lui è morto.
Perché coprirmi se,
tuttavia ho tale fortuna
d’esser ancora pioggiato?
È stato in questo secondo preciso, che
ho pensato bene di raccoglierne
addosso anche per te.
È stato nel secondo successivo che,
mi hai dato la forza per uscire da me,
escludermi dal mio quotidiano egoismo, e
sentire tutto d’accapo, come
fosse la mia prima volta sulla terra.
In questa vastità in cui tutto permane nella sospensione
mi sono abbandonato, come
mai avrei immaginato d’abbandonarmi.
Lui è morto.
Mentre stavo alla parete,
nel cortile interno,
ho atteso che la pioggia cadesse,
in questo attendere mi sono lasciato.
In questo lasciarmi ti ho trovato.
In questo trovarti,
l’ho potuto dire:
Addio.
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