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Ad Avellino l’ultimo acuto dei granata fu ‘Breda al 76esimo’

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Su tutti, c’è Breda al 76′. Gol frantumaderby ad Avellino di qualche anno fa, troppo bello per restare nel mondo reale degli almanacchi, tanto bello da diventare epitaffio da striscione da esporre a testa alta e poi simbolo dell’orgoglio granata. Se nel calcio esistono partite decisive, il derby di sabato prossimo è la madre di tutti i crocevia, almeno per la Salernitana. Un Avellino che rispetto alla gara di Salerno si è ripreso ed ora si ritrova in zona play off. Dal canto suo la squadra di Torrente deve dimostrare di avere i numeri, ma soprattutto la voglia, di tirarsi fuori dalle sabbie mobili della zona retrocessione.

 Non perdere è l’imperativo, ora come non mai, perché solo facendo risultato al Partenio Lombardi arriverebbe una importante iniezione di fiducia e di stimoli per ricostituente la classifica, per il morale dell’intero ambiente, per l’umore di un gruppo ormai scompigliato dal vento di polemiche e avvelenato da piccole e grandi dispute interne. La gara con l’Avellino apre il girone di ritorno ed un mini ciclo di gare proibitive. Uscire senza punti dal derby potrebbe avere contraccolpi psicologici pesantissimi. Ecco perchè quella con l’Avellino diventa una gara che mette in palio più di tre punti.

La squadra deve dimenticare frasi dette e non dette all’interno dello spogliatoio. Deve trovare compattezza e stimoli. Deve gettare il cuore oltre l’ostacolo e provare a fare risultato contro una squadra che sta messa meglio non solo in classifica ma anche sul piano psicologico. Ecco perchè serve la partita della svolta, ecco perchè serve vedere in campo una squadra arrabbiata, motivata e determinata. Nel rispetto dei tifosi, prima ancora che della società.

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