La partecipazione attiva e preventiva delle Regioni e’ ancor più’ necessaria alla luce della recente sentenza n. 261/2015, con la quale la Corte Costituzionale ha affermato il principio vincolante secondo cui il Piano strategico nazionale della portualita’ e della logistica deve essere adottato in sede di conferenza Stato-Regioni.
Inoltre la Legge c.d. Madia ha delegato il Governo ad adottare, entro il prossimo mese di agosto, un decreto legislativo per la riorganizzazione e la razionalizzazione della governance, con la individuazione di Autorità’ di sistema e l’accorpamento delle attuali Autorità’ portuali, “tenendo conto del ruolo delle regioni e degli enti locali” e sulla base del “parere della Conferenza unificata Stato-Regioni- Città’ ed Autonomie locali”.
Il ruolo delle Regioni, anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, e’ assolutamente imprescindibile e fondamentale. Infatti la materia “Porti e Aereoporti civili” , ai sensi dell’articolo 117, comma 3 della Costituzione, rientra fra quelle di competenza legislativa concorrente fra Stato e Regioni. In tali materie, per rispettare il ruolo delle Regioni, vanno assicurate forme adeguate di coinvolgimento e procedure concertative e di coordinamento orizzontale fra Stato e regioni, quali le intese.
In questa prospettiva, il coinvolgimento delle Regioni non può’ avvenire solamente in sede di Conferenza unificata, quando lo schema di decreto legislativo e’ già’ stato elaborato e predisposto dal Governo e viene sottoposto al parere della Conferenza medesima.
Le Regioni, invece, debbono essere coinvolte in misura incisiva, già’ nelle fasi precedenti del percorso formativo del decreto legislativo e fin dal lavoro istruttorio e dalla disamina delle differenti situazioni territoriali, per addivenire alle scelte più’ equilibrate, per le quali e’ indispensabile l’apporto pieno delle Regioni, che hanno profonda conoscenza della realtà’ dei territori e delle comunità’.
Solo questo percorso può scongiurare scelte e decisioni affrettate e superficiali, che debbono essere, invece, guidate da una istruttoria e da una ponderazione accurata.
La Riforma deve naturalmente investire, accanto agli aspetti organizzativi e di governance, l’obiettivo prioritario della semplificazione, lo snellimento e la velocizzazione delle procedure amministrative e relative alla formazione ed approvazione dei piani regolatori portuali, ai fine della rapida ed efficiente esecuzione di tutte le infrastrutture e di tutti i lavori -a cominciare da quelli relativi ai dragaggi ed alle aree retroportuali- indispensabili ed urgenti per modernizzare e rendere più’ competitivo in tutto il Paese i sistema dei nostri porti.
Per queste ragioni il Ministero deve attivare da subito iniziative specifiche e concrete per garantire la partecipazione ed il coinvolgimento pieno delle Regioni, senza attendere la fase finale del Piano e del decreto legislativo.