“Chiaro che poi in questi casi ci sono ragioni di opportunità politica che il sindaco valuterà nella sua piena autonomia”, ha aggiunto. “Io non sono abituato a fare politica su queste vicende”, ha chiarito De Luca.
“Però quando parliamo di istituzioni parliamo di cose serie. La magistratura – ha osservato il governatore – vada avanti senza guardare in faccia a nessuno e questa regola vale per i 5 Stelle, per il Pd e per tutti. Noi dobbiamo essere sereni e accettare il controllo di legalità da parte dell’autorità giudiziaria. Ma le istituzioni – ha detto ancora il governatore – vadano avanti finché non ci sono ragioni ostative”.
“Io mi auguro che da questa vicenda di Quarto emergano due considerazioni condivise: la prima – ha spiegato De Luca – è che la battaglia contro la camorra non è questione privata di qualcuno, ma bensì deve appartenere a tutti i cittadini per bene; e, d’altra parte, mi auguro che i nostri amici 5 Stelle comincino a fare le persone serie e la finiscano di parlare come un disco rotto sulla casta, la moralità e quant’altro. Quando si passa dalla chiacchiera a ruota libera alla realtà vera e al governo – ha concluso il governatore campano – bisogna fare i conti con la realtà, che è maledettamente complicata”.
Sulla Terra dei fuochi: “Bisogna vincere questa battaglia, altrimenti la Campania è perduta. Stiamo facendo di tutto per garantirci sotto il profilo amministrativo – ha spiegato nel corso di un’audizione in Commissione sul ciclo dei rifiuti – anche naturalmente con l’aiuto dell’Anac e del giudice Raffaele Cantone. Contiamo anche sull’aiuto delle forze dell’ordine per far sì che nessuno possa asportare i rifiuti dai territori. Ed è anche per questo che serve un migliore sistema di vigilanza di quei territori. C’è stato – ha aggiunto De Luca – un intreccio perverso tra le clientele pubbliche e il consenso: bisogna spezzare questa logica, cercando il consenso sulla capacità di risolvere i problemi, e non sulla capacità di gestire attività borderline”.