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Sbandieratori Cava de’ Tirreni: un patrimonio da valorizzare

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            Si è tenuto nel pomeriggio di ieri 29 gennaio, a Palazzo di Città, un incontro con le associazioni degli sbandieratori cavesi in preparazione di un progetto comune che sostenga, valorizzi e rilanci l’attività dei sodalizi, vanto della Città di Cava de’ Tirreni in campo nazionale ed internazionale.

Coordinato dall’Assessore ai rapporti con enti e associazioni, Enrico Polichetti, hanno preso parte all’incontro, oltre ai Consiglieri comunali, Annetta Altobello e Giuliano Galdo ed alla presidente nazionale della FISB (Federazione Italiana Sbandieratori), Antonella Palumbo, i rappresentanti di: Città Regia, Matteo Lodato; Torri Metelliane, Dino Di Marino, Francesco Pisapia, Gertrude Barba; Sbandieratori Cavensi, Felice Sorrentino; San Niccolò, Francesco Di Martino; Università de la Cava, Antonio Siani. Assente l’Associazione Sbandieratori Città de La Cava.

L’intento dell’Assessorato è quello di promuovere l’aggregazione tra le diverse associazioni degli sbandieratori cavesi, attraverso un protocollo d’intesa che possa avviare una progettazione unitaria per meglio competere con le altre realtà nazionali. Un movimento, quello degli sbandieratori, che affonda le radici agli inizi degli anni ’70 e che non è secondo a nessuno in Italia per numero di affiliati, per la grande preparazione tecnica e atletica dei gruppi, per i costumi d’epoca rinascimentale di grande pregio e che ha portato il nome della Città di Cava de’ Tirreni in giro per il mondo.

“Abbiamo la tradizione, abbiamo un patrimonio di uomini e donne di grandissimo spessore, una valenza riconosciuta in tutto il mondo – afferma l’Assessore Polichetti – dobbiamo però mettere meglio a frutto questo vero e proprio capitale, nell’esclusivo interesse dei gruppi stessi e della Città. Un obiettivo che va raggiunto a tutti i costi e che possiamo perseguire solo con l’unità. Solo così possiamo competere con altre città che meglio hanno saputo sfruttare le opportunità offerte in ambito nazionale ed internazionale. Dobbiamo iniziare a ragionare in termini di prodotto, quello che hanno saputo costruire in tutti questi anni le nostre associazioni con grande sacrificio e che non sempre si è riusciti a promuovere come merita”.

 

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