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E tra i non votanti ci sono anche i 7 rappresentanti dei 5 Stelle, impegnati in una bagarre con la presidente del Consiglio Rosa D’Amelio che, aperta la votazione, non poteva concedere la replica al capogruppo Valeria Ciarambino. Pochi minuti di tensione seguiti alla rinuncia all’intervento del capo dell’opposizione Stefano Caldoro, che chiedeva la presenza in aula di De Luca.
Il presidente infatti aveva lasciato momentaneamente l’aula subito dopo aver concluso la sua replica, condotta non senza le interruzioni dei 7 esponenti del movimento di Grillo. De Luca esordisce appunto rivolgendosi a Ciarambino e invitandola alla calma, come fece Lenin con un funzionario del partito che aveva gli stessi toni agitati.
“Calma, a Roma direbbero ‘abbassa’”, dice. E prosegue cercando il bandolo di un dibattito che e’ andato anche oltre i tempi contingentati. “Stiamo discutendo di moralita’ e di etica – dice – per un comunicato stampa piu’ o meno sgangherato, che non passera’ alla storia della letteratura”. Il riferimento e’ alle contestazioni mosse dal centrodestra per aver spiegato le dimissioni del capo della segreteria Nello Mastursi indagato con una nota in cui si faceva riferimento a un aggravio di lavoro dovuto al cumulo tra l’incarico a Palazzo Santa Lucia e nella segreteria regionale del Pd.
“La mia correttezza sta – sottolinea – nell’aver chiesto, un minuto dopo aver appreso dell’indagine, di essere ascoltato dalla procura di Roma. Non come i membri di un direttorio, parola che evoca tempi di lacrime sangue e ghigliottina, che appreso degli atti di violenza nei confronti del sindaco di Quarto hanno taciuto”. E la citazione del caso Quarto sollecita i nervi dei pentastellati. Ma De Luca ripete l’invito alla ‘calma’. “Immaginavate di condurre un dibattito in un clima diverso – ironizza – buono per farci una campagna elettorale, e invece in questi mesi e’ arrivato l’angelo vendicatore, che e’ volato da Quarto a Marano, passando per Forio d’Ischia.
E questo dimostra che Dio c’e’. Avete fatto come i personaggi di Cervantes che vanno per fare la lana e tornano tosati”. L’ultima stoccata ai suoi oppositori, De Luca la lancia sul piano politico. “Prendiamo atto della vostra subalternita’ a Forza Italia – dice – Avete dimostrato che Beppe Grillo e’ grande e Armando Cesaro (il primo firmatario della mozione di sfiducia) e’ il profeta. Complimenti a Cesaro”.