“Come mi ha confermato anche il responsabile, architetto Rodolfo Sabelli, si pensò a quel tempo di predisporre degli atti per un’eventuale impianto sul territorio comunale per la produzione di biogas attraverso un processo di digestione anaerobica. Energia pulita insomma e senza impatti sull’ambiente. Il progetto è stato poi, in ogni caso, abbandonato, tant’è che oggi non figura nell’attuale Piano Triennale delle Opere Pubbliche”.
L’Amministrazione Comunale è in questi giorni totalmente impegnata per scongiurare la realizzazione di questo impianto attraverso iniziative politiche, burocratiche, normative e legali. “Non ci interessano le polemiche – afferma il Sindaco Voza – noi siamo al lavoro, ho mobilitato tutti al fine di difendere il territorio che rappresento. Altro non ci riguarda, soprattutto le speculazioni politiche volte esclusivamente a ingenerare discussioni strumentali e che ci distolgono dal reale e concreto obiettivo. E non lo stiamo facendo da adesso, bensì dal primo momento, così come testimoniano tutti gli atti pubblici”.
“In particolare, voglio ancora rimarcare che – continua – in occasione della Conferenza dei Servizi tenutasi presso il Dipartimento 51 della Regione Campania in data 16 febbraio 2015, in qualità di Sindaco e quindi massima autorità sanitaria per la tutela della salute pubblica dei cittadini capaccesi, ritenni doveroso riconfermare la totale contrarietà del Comune di Capaccio al progetto sottolineandone i rischi e i danni per l’ambiente e la salute. Proprio il mio intervento fece concludere quella Conferenza con un nulla di fatto, nonostante il parere favorevole di altri enti. Purtroppo, l’intervento del Consiglio dei Ministri del gennaio scorso ha riaperto la questione”.
Conferenza dei Servizi – Dipartimento 51 della Regione Campania, Napoli – 16 febbraio 2015
Estratto dell’intervento/relazione del Sindaco di Capaccio, dott. Italo Voza:
“…Si tratta di un sistema di generazione dell’energia a partire dall’incenerimento di sansa di olive e cippato di legno con la realizzazione di un impianto ideato su una tecnologia oramai in fase di abbandono in tutta Europa. In un anno, brucerebbe 10milioni e 400mila chili di materiale e nell’aria sarebbero liberati 127milioni e 500mila metri cubi di gas combusto. Le biomasse che saranno usate come combustile provocheranno l’immissione nell’ambiente di macro e micro inquinanti con effetti devastanti per la salute della popolazione esposta. Nel bilancio ambientale occorre sommare anche le emissioni prodotte dal traffico pesante indotto dall’attività dell’impianto, ovvero tutti gli automezzi necessari per i conferimenti e per il ritiro e lo smaltimento delle ceneri. In sintesi, si deve affermare, senza tema di smentita, che l’impianto produrrà impatti significativi sia sull’ambiente che sulla salute delle persone a breve, media e lunga scadenza…”.