Non mi sono attenuta tanto alla novella di Verga quanto al libretto in versi poetici che l’autore siciliano ha dedicato al suo insolito personaggio: una vedova nell’entroterra siciliano di fine ’800, senza la protezione di un marito né di una famiglia, che ha cresciuto da sola una figlia. Lupa è una donna libera che non si cura delle regole del contesto sociale, che dice quel che pensa, e quindi è pericolosa e chiacchierata, come lo sarebbe oggi. Ma anche una donna di grande fascino. Perché ha una malìa siciliana: unisce alla durezza e alla concretezza della contadina un’anima sensibile e poetica. Di fronte alla sua fragilità Nanni, il contadino di cui Lupa si innamora, prova l’istinto di proteggerla, e scatta qualcosa che né lei né lui avevano previsto. Che cosa l’accomuna a Lupa? Mi ritrovo nel suo essere una donna diversa, affamata d’amore, carnefice e vittima di se stessa, delle sue ire e delle sue fragilità.