L’olio lubrificante, non meglio individuabile per caratteristiche e tracciabilità, era stoccato in contenitori di forma cubica della capacità massima di litri 1.000 cadauno.
I finanzieri, durante un servizio mirato alla repressione del contrabbando, accedevano all’interno di un piazzale adibito a parcheggio di mezzi pesanti censito nel Comune di Angri (SA).
In tale contesto, si accertava che un dipendente di impresa autotrasporti, avente la piena disponibilità dell’area adibita a parcheggio, era intento nell’effettuare operazioni di carico olio lubrificante su di un autocarro riconducibile per titolarità in capo alla medesima impresa.
Nel corso dell’attività ispettiva non veniva esibita alcuna documentazione fiscale e/o equipollente che attestasse la reale natura, la provenienza e la destinazione del prodotto sottoposta al regime delle accise, presuntivamente destinato al mercato partenopeo.
I militari, pertanto, procedevano al sequestro di complessivi 26.000 (ventiseimila) litri di olio lubrificante contenuto in 26 (ventisei) recipienti in plastica di forma cubica della capacità massima di litri 1.000 (mille) cadauno.
Dalle indagini eseguite i finanzieri hanno motivo di ritenere che l’olio lubrificante sottoposto a sequestro sarebbe stato utilizzato per l’adulterazione di prodotti energetici, segnatamente gasolio, previa miscelazione. Tale fenomeno, largamente diffuso negli ultimi anni, consente ingenti illeciti guadagni agli operatori del settore, derivanti dalla sottrazione all’accertamento o al pagamento delle accise, a discapito del consumatore, oltre che in danno dell’ambiente, in quanto, il prodotto energetico così ottenuto subisce un mutamento incontrollato della composizione chimica, disattendendo le tolleranze percentuali dei singoli componenti previste e consentite dalla normativa di vigente di riferimento, il che si traduce negativamente in termini di inquinamento atmosferico a seguito della combustione.
I responsabili del fatto delittuoso, A.S. di anni 45 residente Ad Angri (SA) e G.B. di anni 45 residente a Sant’Antonio Abate (SA) sono stati deferiti a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria, in concorso tra loro, per ricettazione e violazioni di carattere penale sancite dal T.U. sulle accise.
L’attività di servizio segnalata, nel testimoniare l’impegno profuso a tutela del consumatore, evidenzia ancora una volta in modo costante il presidio esercitato dalla Guardia di Finanza nella provincia di Salerno, a contrasto di comportamenti illeciti, lesivi della concorrenza leale tra gli operatori del mercato nel settore.
COMUNICATO UFFICIALE GUARDIA DI FINANZA SALERNO