Sussistono, di conseguenza, tutte le condizioni fissate dall’articolo 2, comma 6 del Codice della Strada (D.Lgs. n. 285/1992), per la definizione e la classificazione delle strade statali. Infatti, secondo tale normativa, rientrano fra le Strade statali quelle strade extraurbane che “allacciano alla rete delle strade statali….i centri di particolare importanza turistica”; e che, inoltre, “servono traffici interregionali o presentano particolare interesse per l’economia di vaste zone”.
Il ritorno all’Anas della manutenzione e della cura della Cilentana si prospetta particolarmente attuale, atteso che e’ appena iniziato e si svilupperà’ nei prossimi mesi il confronto fra Ministero delle infrastrutture, Regioni e ANAS in merito alla destinazione della estesa rete stradale oggi gestita dalle Province, nell’ambito del processo di riordino complessivo in corso, che investe il ruolo ed il futuro dell’Ente Provincia.
Ogni decisione sulla destinazione delle strade provinciali deve considerare il contesto istituzionale e finanziario nelle quali vivono le Province, che non dispongono da tempo delle risorse finanziarie necessarie per poter provvedere all’efficiente, onerosa e tempestiva manutenzione delle tante infrastrutture ad esse affidate. Questa situazione con ripetuti tagli di fondi, obiettivamente non consente alle Province –nonostante i meritori e lodevoli sforzi profusi ogni giorno da tanti Amministratori, come nel caso del Presidente Canfora e dei Consiglieri Provinciali di Salerno-di poter curare la gestione di tale vasta rete stradale.
In questa prospettiva occorre attivare, nel proficuo rapporto istituzionale fra Ministero, ANAS, Regioni e Province, il procedimento per la nuova classificazione della Cilentana quale Strada statale. Tale procedura, stabilita dall’articolo 2 del Codice della Strada e dagli articoli 2 e 3 del relativo Regolamento di esecuzione (DPR n. 495/1995), prevede la proposta della Provincia di Salerno nel dialogo con i Comuni interessati, e della Regione Campania; il parere dell’ANAS e del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici; infine il Decreto del Ministero delle Infrastrutture.
Tino Iannuzzi