«La figura di Angelo, alla quale mi piacerebbe tanto credere, la si sta costruendo come una favola che si autoalimenta, e che ormai prescinde quasi del tutto dalla sua base storica e reale», ha scritto Tarallo sul suo profilo facebook. Poi, l’affondo nei confronti del compianto sindaco di Pollica si è fatto ancora più duro. «È una favola, un mito, – ha precisato Tarallo – che così come raccontato non può che far bene in un paese come il nostro dove la politica, la brutta politica e i suoi personaggi, ai vari livelli, sono sempre peggiori, inguardabili, quasi da ribrezzo. Mentre esempi di bella politica è raro trovarne».
A prestare il volto a Vassallo è Sergio Castellitto: «Il paradosso è che questo film non avremmo mai voluto farlo, vorremmo che Angelo fosse ancora con noi. Non è solo una biografia ma una ferita aperta» ha detto l’attore, sottolineando «il paradosso tutto italiano: chi fa il suo lavoro con impegno e onestà è un eroe». Vassallo non era un eroe né, probabilmente, avrebbe voluto esserlo ma, aggiunge Castellitto, «ci insegna molte cose. Per esempio, che dietro all’idea di buona politica non può non esserci un’idea poetica che vola verso un sogno».
Il parlamentare Simone Valiante ha così commentato il film su Vassallo: Sto vedendo la fiction dedicata al caro Angelo. Belle e toccanti le scene familiari. Veritierie. L’intuito politico ed amministrativo di Angelo, i suoi successi, la sua determinazione. Il ruolo di Eugenio. Vedo personaggi che arrivano da Roma e girano nel paese, che francamente la cronaca non ricorda. Peccato che mancano quelli veri tipo il caro Erminio. Mi fa specie per il povero Domenico Palladino ed i suoi fratelli vedere quelle scene da bar di Scampia, che francamente….
Posso comprendere che si romanzano le storie nei film e nessuno più di chi ha vissuto la storia amministrativa di quegli anni con Angelo, conosce la sua passione ed il lavoro straordinario fatto per Pollica, oltre alla straordinaria carica di entusiasmo che tanti di noi, amministratori locali, trasferimmo in quegli anni nel governo delle nostre piccole comunità avendo al proprio fianco una Regione amica, con un presidente che si chiamava Antonio Bassolino ed un vice presidente di nome Antonio Valiante. Respingo, tuttavia, con sdegno, nel rispetto di una terra e di un popolo che tanto ha dato a me e ad Angelo, la versione degradata e caricaturale del Cilento che non e’ mai stato ne’ arretrato, ne’ terra di conquista per la criminalità e per la corruzione! #grazieAngelo#graziecilentani Sempre!”