La storia – come ricorda Metropolis oggi in edicola – era cominciata nel 2005 dopo le autorizzazioni a costruire che avevano dato il via alla realizzazione di un complesso edilizio a forma di U, costituito da due edifici uniti, su tre livelli che avevano come destinazione l’uso ufficio, anche se dai grafici presentati nel progetto si capiva che si trattava di case: nelle indagini condotte dai carabinieri del reparto operativo, infatti, venne sottolineato come “si potesse rilevare con evidenza che la tipologia edilizia utilizzata fosse più consona a quella residenziale”, vista la presenza di balconi, la sistemazione interna e l’altezza interpiano tipica dei palazzi destinati ad uso abitativo.
Per i giudici della terza sezione penale, però, il fatto non sussiste dopo aver accolto le tesi del collegio difensivo composto tra gli altri da Aldo Cammarota, Gegè Miniaci, Americo Montera, Raffaele Falce e Franco Dente.