Così il governatore Vincenzo De Luca commenta le intercettazioni pubblicate da alcuni giornali in merito ad un presunto piano per truccare le Parlamentarie del Pd del dicembre del 2012 in favore di Fulvio Bonavitacola, già deputato vicino all’attuale presidente della Regione Campania e oggi suo vice a Palazzo Santa Lucia.
Praticamente un no comment, dunque, a margine della conferenza stampa in cui il governatore ha annunciato interventi per oltre 3 miliardi di euro a Napoli. “Non siamo provinciali, abbiamo in mente una Regione di respiro internazionale” sottolinea l’ex sindaco di Salerno, che snocciola una serie di cifre relative a opere in cantiere all’ombra del Vesuvio.
In primis la riqualificazione dell’ex area Nato a Bagnoli, dove De Luca vorrebbe ospitare le Universiadi del 2019 qualora fosse scelta Napoli come sede (il verdetto arriverà nei prossimi giorni). A questo sito, dunque, il governatore ha voluto destinare 150 milioni, di cui 10 già disponibili. Altri 200 milioni vanno invece alla zona economica speciale (Zes) costituita dall’area portuale e dall’area retroportuale. E ancora 60 milioni saranno investiti nella Mostra d’Oltremare che, nelle intenzioni del presidente della giunta campana, dovrà accogliere il Polo nazionale musei e archivi d’impresa (previsto il trasferimento dell’Archivio storico nazionale dell’Enel e quello dell’Ilva).
Dal governo, com’è noto, sono giunti poi 50 milioni da spendere per la bonifica di Bagnoli. E poi ci sono le risorse per infrastrutture, trasporti, turismo e cultura. Totale: poco più di 3 miliardi, a cui “bisogna aggiungere altri 2,2 miliardi non spesi finora”. “Un’occasione storica e irripetibile per fare di Napoli ancora di più una grande capitale nel mondo – ha affermato De Luca – forse l’ultima opportunità di questa portata visto che il prossimo ciclo di fondi comunitari destinati all’Italia sarà di gran lunga inferiore.
Mi auguro che questi soldi, che equivalgono a una legge finanziaria, vengano spesi bene dagli enti interessati, aprendo i cantieri e non facendo chiacchiere come troppo spesso si è fatto a Napoli. Il nostro compito era mettere a disposizione i fondi e lo abbiamo fatto. Se ci accorgeremo che i nostri interlocutori non saranno affidabili e non porteranno a termine i cantieri, ci candidiamo a fare noi gli appalti e ad aprire noi i cantieri”.
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