All’incontro hanno partecipato: Aurelio Tommasetti, Magnifico Rettore dell’Università di Salerno, Achille Bonito Oliva, curatore della mostra “L’Albero della cuccagna”, Maria Passaro, direzione scientifica del progetto di Ateneo, Costas Varotsos, ideatore dell’opera e del progetto architettonico e l’On. Antimo Cesaro, Sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
L’opera di Costas Varotsos al campus di Fisciano segna una nuova importante tappa campana dell’Albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte dopo le installazioni a Napoli di Marco Bagnoli al Museo Madre, Maurizio Elettrico a Castel Sant’Elmo, Luigi Ontani al Museo Archeologico Nazionale, Paul Renner alla Vigna San Martino/Fondazione Morra, Lorenzo Scotto di Luzio alla Fondazione Morra Greco e di Matteo Fraterno ed Emiliano Maggi alla Certosa di Padula.
“Con questa nuova opera – ha dichiarato il rettore Aurelio Tommasetti – il nostro Ateneo conferma la sua attenzione all’arte e all’architettura contemporanee, ospitando presso il campus di Fisciano una scultura permanente quale simbolo, per forma e per concetto, di accoglienza e di dinamismo conoscitivo. Orizzonte Due si presenta come un tutt’uno con il paesaggio universitario. Un’opera d’arte di prossimità e di vicinanza, rispetto al campus, a chi lo vive e quotidianamente lo frequenta, simbolo di ospitalità e apertura. Non a caso è collocata presso uno degli ingressi principali dell’Ateneo, ridisegnando completamente il varco di accesso e incorniciando il panorama circostante. La scultura di Costas è esempio notevole di valorizzazione artistica e ambientale del campus e ben si sposa, per questo, al mosaico di opere scultoree già presenti nei diversi spazi dell’Ateneo. Continua così il nostro percorso progettuale teso al miglioramento della vivibilità e dell’accoglienza degli spazi universitari; un percorso che trova nel binomio bellezza e funzionalità il suo asse portante di riferimento”.
Un’ opera d’arte che Costas Varotsos ha definito come “un figlio”seminato “in un punto geografico della terra” al quale si sente legato indissolubilmente. “L’opera – ha aggiunto-rappresenta i ponti della cultura, per farla scorrere ed evitare l’innalzamento dei muri in questo particolare momento storico dell’Europa. Sono due orizzonti, ma anche due vasi comunicanti per trasportare la nozione, la cultura, da un elemento all’altro. Credo che concettualmente e fisicamente l’opera sia perfetta per il campus”.
Per Maria Passaro, “l’Albero di Varotsos è un nastro in acciaio ondulato, snello e sinuoso. Strisce di vetro riempiono, come acqua nei vasi, le curve che toccano la terra. L’acqua è un chiaro riferimento alla terra, da cui ogni albero trae alimento. Un’acqua simbolica o “nutrimento spirituale” per usare le parole di Varotsos, che raggiunge la stessa altezza nelle due curve creando, per l’occhio, una linea retta: un orizzonte capace di collegare l’indeterminato e il determinato, il finito e l’infinito”.
L’Albero della cuccagna – ha dichiarato il curatore Achille Bonito Oliva– è un progetto espositivo promosso dall’Expo 2015. E’ una committenza culturale. Mi sento più un coltivatore diretto: abbiamo piantato, per la generosità creativa degli artisti, quarantacinque alberi in tutta Italia, da Nord a Sud, in istituzioni pubbliche e private, per sottolineare il tema dell’abbondanza e della necessità del cibo, ma anche della responsabilità e della difficoltà: scalare un albero della cuccagna è quasi impossibile. Il nostro progetto, in un campus come questo, è anche un modo per indicare che l’arte è conoscenza, è scoperta, è nuovo processo. Credo che il campus di Fisciano sia un luogo di sviluppo, dà l’idea di uno spazio accogliente, che può essere al servizio della crescita di coscienza collettiva”.
Dopo la conferenza stampa si è proceduto all’ inaugurazione dell’opera, una imponente struttura in acciaio e vetro di 34 metri di lunghezza per 10 di altezza, in corrispondenza del varco sud di accesso al Campus.
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