Il Milan, però, è abile a rimanere in partita con un atteggiamento tattico più da provinciale che da squadra che punta ad inserirsi nella lotta per un posto in Champions. Il gioco degli azzurri è sempre lo stesso, fatto di supremazia a centrocampo, di possesso palla, ma ancora una volta, come già accaduto in occasione dei recenti rovesci di Torino e di Villarreal, le punte non fanno fino in fondo il loro dovere. Sarri ha smarrito l’ attacco, l’arma micidiale del Napoli e per i rossoneri è tutto sommato agevole contenere gli avversari con mire da capolista.
Il tecnico del Napoli non ha dubbi di alcun genere e schiera i titolarissimi, gli uomini che danno maggiore fiducia all’allenatore e che rendono la squadra più armonica ed imprevedibile. Anche Mihajlovic manda in campo la squadra che, negli ultimi tempi, è diventata quella dei titolari fissi. Il tecnico serbo può affiancare a centrocampo il rientrante Kucka a Montolivo e rispolvera Abate sulla fascia destra della difesa. Mihajlovic, però, è costretto a rinunciare a Romagnoli, non ancora perfettamente guarito, e l’assenza dell’ex blucerchiato in mezzo all’area di rigore si rivela probabilmente decisiva. La partita ha un andamento già visto nelle recenti gare del Napoli.
La squadra di Sarri attacca ed il Milan aspetta gli avversari nella propria metà campo. Mihajlovic non soltanto tiene i quattro difensori allineati ma limita moltissimo le uscite di Abate ed Antonelli che non si vedono quasi mai oltre la linea di metà campo. Quanto a Kucka, è piazzato sistematicamente davanti alla lunetta dell’area di rigore e si oppone a tutti i tentativi di penetrazione per vie centrale degli azzurri, chiudendo ogni linea di passaggio. Fino al gol del vantaggio del Napoli, che arriva al 38′ con una conclusione di Insigne deviata da Abate, i rossoneri non si vedono mai sotto la porta di Reina.
Una volta in svantaggio, però, gli uomini di Mihajlovic incominciano a giocare non solo per difendersi ma anche e soprattutto per offendere e dopo soli cinque minuti trovano la via della rete. Il pareggio è di Bonaventura che scaglia in porta un traversone di Honda da destra, deviato di testa da Koulibaly, il quale finisce per fare un assist involontario all’avversario. Nella ripresa l’atteggiamento passivo del Milan diventa ancor più evidente ed i rossoneri non mettono praticamente mai piede nella metà campo avversaria.
Sarri, espulso da Banti per proteste, manda addirittura in campo contemporaneamente Higuain, Insigne, Mertens e Gabbiadini, a testimonianza del fatto che contro un Milan così platealmente passivo non rischiava praticamente nulla in difesa. Il risultato però non cambia anche perché nel recupero El Kaddouri, solo davanti alla porta, si divora un gol. Al Napoli resta l’amarezza del mancato controsorpasso. Il Milan, per come Mihajlovic ha impostato la partita, è ben felice di portare a casa un punto.
“Abbiamo creato abbastanza, procurandoci diverse occasioni e concedendo pochissimo. Finire 1-1 un primo tempo giocato in questo modo ha pesato un po’, soprattutto a livello psicologico, ma anche nel secondo tempo le nostre palle gol le abbiamo avute. È un momento in cui ci manca la zampata decisiva, ma c’è poco da recriminare sulla prestazione”: così ai microfoni di Premium Sport, l’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri commenta il pari con il Milan.
”La mia espulsione? Non l’ho capita: ai dirigenti è stato detto che ero agitato, ma non ho detto nessuna parola. Mi è sembrata un po’ eccessiva – ha aggiunto – Ma al di là degli episodi, se vogliamo che il nostro calcio sia un vero spettacolo dovremmo evitare ai portieri di perdere 50 secondi per ogni rinvio: sarà un problema, se vogliamo vendere il calcio italiano all’estero. Cos’è mancato per il sorpasso alla Juve? Un pizzico di culo, lo stesso ingrediente che ci è mancato nello scontro diretto”. ”Sono momenti che nell’arco del campionato ci possono stare – ha proseguito Sarri – fanno parte della normalità di una stagione. Ci dispiace per il nostro pubblico, ma noi abbiamo provato in tutti i modi di vincerla, anche rischiando qualcosina. C’è forse un piccolo calo di brillantezza nei calciatori che finora sono stati più decisivi”.
(Fonte ANSA).