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Alla Camera Commercio Salerno convegno “Santificare il Lavoro” della Confunisco

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Si è svolto ieri, presso la Camera di Commercio di Salerno, il convegno dal titolo “Santificare il Lavoro”promosso da Confunisco per affrontare il delicato nodo del lavoro, della realizzazione dell’uomo attraverso di esso e del diritto di tutti ad una vita dignitosa.

Un momento di riflessione importante, che ha rappresentato la prima uscita pubblica nazionale dell’organizzazione, giunta al secondo anno di vita.

Confunisco nasce sì come sindacato datoriale, ma si rivolge soprattutto ai coltivatori diretti, ai piccoli commercianti, alle piccole e piccolissime imprese agricole. Il suo sguardo è, insomma, rivolto alle fasce sociali della popolazione che devono essere fortemente tutelate, nel quadro di una società che è, oggi, più competitiva e spietata che mai.

“Santificare il lavoro – ha dichiarato Giovanni Cafaro, Presidente Nazionale Confunisco –  è il vero tema del presente. Siamo una organizzazione giovane, presente già oggi in 10 regioni, con 50 sportelli. Siamo al servizio dei cittadini per promuovere una inversione radicale di tendenza, che riporti al centro di ogni ragionamento la dignità della persona”.

Lo sforzo che è chiamato a fare chi – come Confunisco – continua a credere fortemente nella centralità del lavoro e nel suo ruolo fondamentale per la piena realizzazione dell’uomo, è quello di agire con forza, di porsi come sprone di quel dibattito che tende a riaffermare che un altro mondo è possibile, che la dignità umana è sempre al primo posto.

“L’uomo – ha dichiarato Mariarosaria Pilla, Presidente regionale del Movimento Cristiano dei Lavoratori della Campania – sia davvero al centro della vita economica e sociale, e non ci si vergogni mai del lavoro manuale, che è la forma di lavoro più nobile”.

A riguardo, è utile ricordare che Papa Francesco ci ha – sin dai primi passi del suo mandato –  guidato lungo questa riflessione: “Gesù – leggiamo nell’Enciclica Laudato Si – lavorava con le sue mani, prendendo contatto quotidiano con la materia creata da Dio per darle forma con la sua abilità di artigiano”.

Di prospettive future per i giovani ha parlato Salvatore Franza, presidente circolo MCL Confunisco Salerno: “Giovani senza lavoro portano ad una società senza futuro. Occorre fare squadra e superare l’individualismo. Occorre anche che chi ha il potere di decidere agisca davvero per il bene della collettività, partendo dalla diminuzione del costo del lavoro a carico delle aziende”.

Lavoro e legalità al centro, invece, dell’intervento di Marcello Ravveduto: “il lavoro è anzitutto dignità. Ma lo è se si ottiene il proprio diritto a lavorare senza scorciatoie, senza ricorrere a raccomandazioni, come ha più volte sottolineato Papa Francesco. Centralità dell’uomo all’interno del mondo del lavoro significa anche porre mano al miglioramento delle condizioni di chi è più debole”.

“La nostra, quella per i diritti dei lavoratori, è una vera battaglia per la democrazia – ha dichiarato il vicepresidente del CNEL Giuseppe. Acocella mai come oggi gli attacchi al mondo del lavoro, a chi quel mondo – i sindacati in primo luogo – rappresenta sono brutali, frontali e senza alcun freno.”

Il lavoro deve, nuovamente, essere posto al centro della vita economica e sociale. Oggi, purtroppo, non è quasi mai così. “Vi è nella dottrina economica – Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento Cristiano dei Lavoratori – chi addirittura teorizza lo sviluppo economico senza creazione di nuovi posti di lavoro. Invece, per dirla con Papa Francesco, ‘il denaro deve servire, non comandare’. I movimenti cattolici dei lavoratori devono agire per ribadire il primato della persona”.

A concludere l’importante dibattito, svoltosi in una sala gremita, Monsignor Angelo Spinillo, Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana: “nella diocesi dove opero oggi, Aversa, colgo, fra tante e gravissime difficoltà, anche segnali positivi, come le centinaia di volontari che ogni giorno operano per alleviare i bisogni dei più deboli. Fondamentale, credo, è dialogare, progettare insieme, come abbiamo fatto qui questa sera. Fondamentale è porci la domanda: ‘qual è il nuovo che possiamo accettare, che sia capace comunque di salvaguardare i diritti e la dignità dell’uomo?’ Non deve preoccuparci il cambiamento. Deve preoccuparci la nostra incapacità di essere protagonisti insieme agli altri del cambiamento

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