Metropolis, oggi in edicola ci racconta il profilo dei due. Il primo è impiegato presso un’agenzia di riscossione tributi di Napoli, stipendio da 1046 euro al mese. L’altro è un carrozziere. L’impiegato dell’agenzia di riscossione ha detto: «Ero disperato, non riuscivo più ad andare avanti: due figli, una moglie e un pigione da pagare. Troppo per uno come me che prende uno stipendio di poco superiore ai mille euro dopo aver lavorato più di otto ore al giorno».
Anche il carrozziere, indebitato fino all’osso del collo ha raccontato: «Conoscevo Ogliara perchè avevo lavorato a Salerno e ci siamo recati all’ufficio postale. Avevamo una scacciacani, quindi il nostro intento era quello di fare soldi e non di usare le armi per far male», ha aggiunto. Una tesi supportata anche dalla testimonianza della direttrice dell’ufficio la quale- sentita per sommarie informazioni- aveva detto che i due rapinatori le avevano offerto anche dell’acqua, in quanto loro cercavano solo il denaro custodito all’interno della cassaforte.
Ieri il giudice ha ritenuto insussistente la misura cautelare dietro le sbarre destinando i due ai domiciliari.