Ricorda Cammarota che già due anni fa se ne discusse in sede istituzionale nella commissione Provinciale Terra dei Fuochi da lui presieduta: “il 6 maggio 2014, alla presenza dei comitati di cittadini e consumatori, della Pisano Fonderie, degli assessori e dei dirigenti del Comune di Salerno e di Provincia, di Arpac, fu affrontato il problema dell’inquinamento e della delocalizzazione, e fu anche proposta l’area prevista per il termovalorizzatore, già destinata urbanisticamente a risorsa ambientale, con vivo interesse anche dalla proprietà che rimarrebbe a poca distanza dall’attuale sito e con vantaggio per i lavoratori”.
Cammarota fece seguire istanza istituzionale “il 5 giugno 2014, richiedendo a tutti i soggetti istituzionali di istruire l’iter per la delocalizzazione nell’esclusivo superiore interesse pubblico, sociale, ambientale”, e nel febbraio dello scorso anno portò la vicenda nelle commissioni consiliari del Comune di Salerno urbanistica e ambiente in seduta congiunta con l’audizione degli assessori De Maio e Calabrese, per cui il presidente avrebbe dovuto riconvocare le parti e la Pisano.
“Nulla, però, fu fatto, a danno di tutti, dei cittadini, dei comitati, della proprietà, ingenerando polemiche e preoccupazioni quando invece è necessaria la massima chiarezza nell’interesse di tutti”, conclude Cammarota: “ora si riconvochi immediatamente la commissione ambiente e urbanistica del Comune di Salerno in sede congiunta con gli assessori e tutte le parti interessate e si affronti, in mano pubblica, l’argomento nel prossimo consiglio comunale con la partecipazione di tutti i soggetti interessati, e con tutte le carte sul tavolo, così come fu fatto in Provincia nel 2014”.
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