Real Madrid e Barcellona, i Titanic del calcio
Sono passati ormai quasi vent’anni da quando Titanic totalizzava il maggiore incasso di sempre e conquistava 11 premi Oscar, ma ancora oggi non smettiamo di commuoverci per la storia d’amore tra Jack e Rose a bordo dello sfortunato transatlantico. La pellicola di James Cameron, con le 11 statuette vinte e le 14 nomination, viene considerata uno dei cult del cinema mondiale. Chi sarebbe quindi “il Titanic del mondo del calcio”? I risultati del sondaggio raccontano di un ex-aequo (46% di preferenze per entrambe) tra le due grandi spagnole. Impossibile ignorare le 10 Champions League del Real Madrid e il dominio mondiale del Barcellona degli ultimi anni. Squadra “galattica” da sempre, i 10 allori continentali dei Blancos possono essere paragonati agli 11 Oscar di Titanic. Alla pari del Real troviamo il Barcellona, che deve il suo successo soprattutto all’ultima generazione di fenomeni.
La squadra di marziani di Messi, Iniesta e compagni ha vinto 4 Champions in 10 anni, giocando un calcio a larghi tratti spettacolare e costruendo i suoi successi sullo straordinario vivaio, la cantera blaugrana. Niente da fare per il Bayern (3% dei voti), terza candidata all’Oscar: la corazzata tedesca, da sempre grande protagonista in Europa, non ha forse lo stesso appeal delle due spagnole. Nella sezione “altro”, dove sono stati raccolti i suggerimenti dei 500 giurati, una menzione per il Milan, poco considerata nonostante sia la squadra con il maggior numero di trofei internazionali in bacheca e abbia vissuto cicli straordinari con Sacchi, Capello e Ancelotti. Forse le ultime annate negative dei rossoneri hanno pesato nella mente dei votanti, così come la mancanza di un grande palmares internazionale ha negato la ribalta alla Juventus.
Totti come Di Caprio, fenomeni senza allori
Francesco Totti, con addirittura il 55% delle preferenze, è il Leonardo di Caprio del calcio. In questi ultimi giorni si è parlato molto di entrambi. Il primo per “l’affaire” dell’intervista concessa al TG1 e del conseguente scontro con Luciano Spalletti, che ha rischiato di macchiare gli ultimi mesi del lungo rapporto che lo ha legato a filo doppio alla squadra di cui è bandiera e simbolo; il secondo perché principale favorito per la statuetta come miglior attore protagonista, grazie all’interpretazione in The Revenant di Inarritu, film che parte in pole position nell’imminente serata degli Oscar. Di Caprio è anche al centro dell’ironia virale dei social, che, con memes e tormentoni, scherza sulla “maledizione dell’Oscar” di cui è vittima l’attore, ancora a secco del riconoscimento più importante.
Del resto, il ragazzo nato nel quartiere di Porta Metronia e diventato re di Roma, e l’attore tra i più talentuosi della sua generazione hanno in comune almeno una cosa, oltre allo sguardo da eterni ragazzini: quella di avere vinto molto meno in proporzione al loro talento e a quello che hanno dimostrato sul rettangolo di gioco e sul set. La carriera di entrambi è stata ricca di soddisfazioni morali, di articoli e critiche inneggianti, di schiere di fan, di complimenti e di pacche sulla spalla quanto povera di riconoscimenti materiali e di premi da appoggiare in bella vista sulla mensola del salotto.
Leonardo di Caprio è riuscito a sopravvivere alla tempesta del post-Titanic lavorando con molti dei registi di punta del cinema statunitense, affinando il proprio mestiere e il talento film dopo film. Che però il suo rapporto con “Zio Oscar” non sarebbe stato idilliaco, si poteva intuire già nel 1998, quando tra le ben 14 nomination guadagnate da Titanic mancava proprio quella per il miglior attore protagonista; negli anni successivi, 5 nomination e zero premi, conditi da clamorose nomination mancate (J.Edgar, The Departed e Django) e da vittorie date per certe alla vigilia e poi sfumate (l’anno scorso con The Wolf of Wall Street).
Per Totti il discorso è simile: da tutti è riconosciuto come uno dei calciatori italiani ed europei più forti degli ultimi venti anni. Uno degli esempi più fulgidi del trequartista di classe capace di essere anche un goleador letale – con 244 reti, è il secondo marcatore della storia della Serie A, dietro solo a Silvio Piola. L’essere rimasto legato ai colori giallorossi, rifiutando offerte da grandi squadre come il Real Madrid, ha aperto al grande campione nostrano le porte del cuore e dell’eterna riconoscenza della città, ma gli ha anche impedito di vincere quanto la sua bravura avrebbe meritato. Vittorie, quelle non numerosissime ottenute, certamente godute fino in fondo e diventate mitiche, ma nulla vieta di pensare che a Madrid o a Manchester il “Pupone” avrebbe alzato più coppe al cielo e che soprattutto sarebbe stato preso in considerazione per il Pallone D’Oro. Premio che per le qualità tecniche era a portata di mano, ma sfumato proprio per i troppi anni in cui la Roma è rimasta ai margini del grande calcio, come una buona comparsa capace al massimo di qualche impresa isolata.
La notte di gloria del gregario: Allan come Walter Brennan
La storia del cinema e quella del calcio sono costellate di grandi protagonisti ma anche di figure secondarie, senza le quali un film o una squadra non sarebbero le stesse. Come nel Cavaliere Oscuro al fianco di Christian Bale/Batman c’era uno straordinario Heath Ledger a interpretare Joker, così nel centrocampo dell’Italia di Lippi e del Milan di Ancelotti a fianco di Pirlo c’era l’instancabile Gennaro Gattuso.
L’oscar come “miglior attore non protagonista” ha quasi la stessa importanza di quello al miglior protagonista. Per informazione chiedetelo a Walter Brennan, stella di Hollywood del secolo che fu, che tra il ’36 e il ’41 vinse tre statuette come supporting cast per “Ambizione”, “Kentucky” e per “L’uomo dell’Est”.
Nella nostra Serie A, assieme ai tanti fuoriclasse, ci sono gregari che spesso hanno un ruolo primario in una squadra. Nella lotta tra Sturaro, Medel e Allan l’ha spuntata quest’ultimo (58% dei voti).
Il centrocampista tuttofare ex Udinese, al suo primo anno in maglia Napoli, è uno degli artefici dello straordinario campionato dei partenopei, grazie al suo inestimabile lavoro in entrambe le fasi. Un calciatore che magari non si prende la prima pagina dei giornali come Higuain, ma senza il quale probabilmente il Napoli non sarebbe lì a giocarsi lo scudetto con la Juventus schiacciasassi di Massimiliano Allegri.
Alla voce “altri” ha ricevuto non pochi voti Radja Nainngolan, eclettico centrocampista della Roma che, oltre a cresta e tatuaggi, sul rettangolo di gioco offre quasi sempre prestazioni di sostanza.
Allo JStadium l’Oscar per la miglior scenografia
Un’epica battaglia a colpi di montature, scene d’azioni, scenografie degne dei migliori kolossal che hanno scritto la storia del cinema internazionale: questo e molto altro si registrerà nella serata degli Oscar, nel momento in cui la voce di Chris Rock decreterà la pellicola con l’ambientazione più suggestiva. Se i più sembrano già dare per certa la vittoria di The Revenant, costellata da selve impervie, montagne scoscese, luoghi selvaggi e gelidi che hanno creato non poche difficoltà tecniche di ripresa, The Martian non resta certo a guardare: un excursus mozzafiato, girato tra Budapest ed il sud della Giordania, che ricostruisce interamente e nei dettagli più minuziosi i paesaggi sconfinati e deserti del pianeta Marte. Spostando l’asse di interesse in chiave calcistica sulla nostra Serie A, numerosi impianti potrebbero concorrere al titolo di “Migliore scenografia”.
Dallo Juventus Stadium a San Siro, passando per l’Olimpico ed il San Paolo in un sapiente mix in cui struttura architettonica e calore della tifoseria si fondano a creare la ricetta perfetta che si rinnova ad ogni match. Il verdetto del sondaggio conferisce l’ambita statuetta alla roccaforte juventina grazie al 47% di preferenze: sorto dalle ceneri “Delle Alpi”, con i suoi circa 41.000 posti ed un designer che ricalca i modelli degli standard internazionali più all’avanguardia nel settore, il tempio di proprietà bianconera è stato anche insignito del premio “Global Sports Forum 2012” come miglior scenario sportivo più innovativo d’Europa. In una classifica in cui l’Olimpico figura al terzo posto (14%) ed il San Paolo perde terreno, alle spalle dello Juventus Stadium, scorgiamo il celebre San Siro (31%), un tempio calcistico lacerato da due cuori, due fedi diverse, l’una rossonera, l’altra nerazzurra, ad incendiare un’unica città che cerca di rivivere i fasti ormai trascorsi.
Il calcio spettacolo del Napoli vale l’Oscar per gli “effetti speciali”
Tra le mille altre cose che compongono il suo DNA, il cinema mira alla meraviglia, alla magia e allo stupore: uno dei suoi obiettivi è proprio quello di sorprendere con gli effetti speciali, in senso metaforico e in senso letterale. Anche il calcio è spettacolo, e anche il Dio del pallone mira a creare meraviglia nello spettatore, componente fondamentale tanto quanto la ricerca della vittoria. Ci sono squadre che vincono con un gioco più fantasioso e brillante – spettacolare, appunto – e altre più quadrate e ciniche che ottengono il massimo risultato con più razionalità e pragmatismo.
Il Napoli allenato da Maurizio Sarri è la squadra che per il nostro sondaggio meriterebbe l’Oscar per i migliori effetti speciali con un plebiscitario 61%. I partenopei sono in piena lotta per lo scudetto e devono vedersela con la corazzata Juventus, capace di mimetizzarsi come un camaleonte a seconda delle esigenze delle partite. I goal quest’anno sono stati tanti, ma l’elemento principale è che buona parte di queste reti sono state spettacolari, sia quelle nate da un lampo individuale, sia quelle nate dall’intesa del collettivo. Il gioco affabulatorio e vivace di Maurizio Sarri – che ricordiamolo si basa su una fase difensiva all’altezza, e proprio la difesa era il vero punto debole del Napoli delle scorse stagioni – affascina lo spettatore e l’appassionato di calcio, anche quello che non tifa gli azzurri. Bisogna solo vedere se il Napoli sarà una bella vincente o una bella incompiuta.
Nel sondaggio i partenopei hanno sconfitto, con ampio distacco, i rivali della Juventus (20%) e la Fiorentina di Sousa (15%).
Claudio Ranieri, l’Alfred Hitchcock del calcio
Il noto regista britannico Alfred Hitchcock pur ottenendo 5 nominations per l’Oscar non si è mai aggiudicato la prestigiosa statuetta. Suoi colleghi altrettanto noti come ad esempio John Ford, Elia Kazan, Leo McCarey e Billy Wilder ne hanno vinto almeno uno. Il nostro sondaggio ha voluto creare un’analogia evidente tra regista e allenatore, due figure che per ovvi motivi hanno responsabilità simili per la buona riuscita, tanto di una squadra di calcio quanto di un film.
Rispondendo alla domanda su chi fosse l’Alfred Hitchcock in chiave calcistica, la giuria d’eccezione riunita da SuperNews ha espresso la propria preferenza per il tecnico romano Claudio Ranieri (52% dei voti) mentre al secondo posto si è piazzato il tecnico di Certaldo Luciano Spalletti con il 28%, terzo il livornese Walter Mazzarri.
Ranieri, che da inizio stagione è alla guida della squadra inglese del Leicester, sta lottando incredibilmente per lo scudetto con le big della Premiere League. Eppure è evidente come per la nostra giuria sia ancora considerato un “perdente di successo”. Su questo giudizio, pesano molto probabilmente i tanti piazzamenti (Roma, Valencia, Chelsea) senza portare mai a casa l’ambito scudetto. Al secondo posto Luciano Spalletti, da un mese subentrato a Rudi Garcia alla guida della Roma. Pur avendo vinto campionati all’estero con lo Zenit San Pietroburgo, in Italia il suo bel calcio fatto di verticalizzazioni non ha prodotto titoli. Sul podio anche Walter Mazzarri, attualmente fermo, ha vinto solo una coppa Italia col Napoli cui si aggiungono solo piazzamenti.
A Marco Borriello la palma di calciatore più sexy
A pochi giorni dall’attesa cerimonia degli Oscar che terrà incollati milioni di telespettatori in tutto il mondo e consacrerà o consoliderà la fama dei protagonisti più rappresentativi del cinema, sfileranno sul red carpet alcuni tra i sex simbol più acclamati di sempre. Parliamo senza dubbio di Leonardo Di Caprio (in corsa con The Revenant), idolo ormai indiscusso di milioni di donne e ragazzine cresciute sulle note di Titanic e Matt Damon (che con il suo fare accattivante e la sua performance in The Martian ha stregato tutti) in primis, a cui Eddie Redmayne e Michael Fassbender, altri due grandi interpreti che hanno costruito la loro carriera potendo giocare a proprio favore anche la carta del fascino, proveranno a rubare la scena. Ma se potessimo spostare i fasti del Dolby Theatre di Los Angeles ai campi della Serie A, quale calciatore riceverebbe la tanto ambita statuetta d’oro?
In cima alla lista dei preferiti, secondo i dati raccolti dal sondaggio, in un intenso tete a tete giocato sul piano della seduzione ed ingaggiato con Claudio Marchisio, campeggia Marco Borriello (40% delle preferenze), attaccante dell’Atalanta. Fisico statuario, sguardo folgorante, chioma fluente, aria da playboy incallito, da scugnizzo napoletano, il “bello e dannato della Serie A” può fregiarsi di aver fatto girare la testa, tra le altre, persino a Belen Rodriguez, Camila Morais e Madalina Ghenea. Mentre Alessandro Matri deve accontentarsi del gradino più basso del podio (18%) sulla schiera di personaggi meno gettonati come il Pipita Higuain ed Icardi, al secondo posto troviamo invece la bellezza meno artificiosa e più “introspettiva” di Claudio Marchisio (35%): centrocampista a tutto tondo, faccia pulita, un concentrato di impenetrabili occhi chiari, aria da bravo ragazzo e riservatezza da vero gentleman che fa impazzire anche le più esigenti!
La magia del San Paolo: Oscar alla miglior fotografia alla curva partenopea
Nel sondaggio lanciato da SuperNews abbiamo deciso di dare risalto anche alle tifoserie più calde e determinanti in Italia. Il parallelo con il mondo del cinema, e di conseguenza con l’Oscar, è stato fatto con il premio per la miglior fotografia. Le curve d’Italia, e più in generale gli stadi, hanno mostrato spesso coreografie e colori mozzafiato, nonostante la maggioranza di questi, escluso lo Juventus Stadium e il nuovo Friuli, siano vecchi e fatiscenti. Il simbolo e il vanto italiano per quanto riguarda il Premio Oscar in questa categoria, è senza dubbio il direttore alla fotografia Vittorio Storaro, vincitore della statuetta in ben 3 occasioni: nel 1980 con il film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, nel 1982 con Reds di Warren Beatty e infine nel 1988 con L’ultimo Imperatore di Bernardo Bertolucci. Per quanto riguarda le tifoserie d’Italia il premio Oscar per la miglior fotografia è stato assegnato a quella del Napoli, con il 35% dei voti. Il San Paolo, del resto, in questa stagione è un vero e proprio fattore decisivo per la straordinaria classifica degli uomini di Sarri.
Basta guardare una partita degli azzurri in tv: tifo incessante dal 1′ al 90′ in tutti i settori. Al secondo posto, con il 29% dei voti, la tifoseria della Roma, nonostante le note vicissitudini, o per meglio dire diatribe, tra la Curva Sud ed il prefetto, con il settore caldo dell’Olimpico giallorosso fuori per protesta dallo scorso 30 agosto. Eppure i nostri lettori hanno mostrato un occhio di riguardo per la tifoseria giallorossa, storicamente tra le più passionali e rumorose d’Italia. Sul gradino più basso del podio finiscono i supporters della Juventus (22% dei voti). Lo Juventus Stadium è ormai un catino praticamente invalicabile, e il tifo bianconero è parso decisamente più caldo negli ultimi anni, rispetto al periodo del Delle Alpi.
Bella ma non vince, la Roma come Il Colore viola
Il Colore Viola, uno dei capolavori del regista Steven Spielberg, è anche famoso per il maggior numero di nominations ottenute (11) che non si sono tramutate in Oscar. Il sondaggio mirava ad individuare quale squadra di calcio del nostro campionato potesse essere paragonata al film del 1985, con Whoopi Goldberg come straordinaria protagonista.
Il 51% dei votanti ha deciso che la Roma è la squadra di calcio che più ricorda le vicissitudini del film nella notte degli Oscar del 1986. Al secondo posto troviamo, invece, la Fiorentina con il 36% delle preferenze.
Le due squadre ricordano, effettivamente, per certi versi il film di Spielberg. I giallorossi arrivano da due secondi posti in Serie A dal sapore amaro: il primo con 85 punti alle spalle della Juventus dei record, che chiuse la stagione con 102 punti, il secondo, invece, nella scorsa stagione arrivò alla penultima giornata e con un distacco dalla Juventus di ben 17 punti. Quest’anno per i capitolini sembrava l’anno giusto per conquistare il tricolore ma gli scarsi risultati con Garcia hanno fatto scivolare in classifica il club giallorosso. Con Spalletti i tifosi sperano in un futuro ricco di soddisfazioni. La Fiorentina, invece, viene da 3 quarti posti consecutivi negli ultimi tre anni, con l’obiettivo preliminare di Champions League fallito in una di queste stagioni all’ultima giornata. Inoltre pesa ancora nelle menti dei tifosi viola la sconfitta in Coppa Italia nella finale con il Napoli (2013-2014) e quella nella semifinale di Europa League della scorsa stagione contro il Siviglia, poi vincitrice del trofeo.
Al miracoloso Leicester l’Oscar per la miglior squadra straniera
L’ultima domanda del nostro sondaggio sugli Oscar del calcio, chiedeva di paragonare un club non italiano ai film candidati a vincere la statuetta per il miglior film straniero. I titoli dei film stranieri in lizza per gli Oscar 2016 sono Mustang, il Figlio di Saul, El abrazo della serpienta, A War e Theeb.
La squadra di calcio che giornalisti ed esperti hanno indicato come migliore tra le straniere è lo straordinario Leicester City del nostro Claudio Ranieri, in testa alla Premier League in maniera del tutto inaspettata ad inizio stagione. Cuore, sacrificio e sudore hanno portato i Foxes a giocarsi qualcosa di enorme e incredibile. Il 75% dei partecipanti al sondaggio ha votato per il club inglese. Deve accontentarsi del secondo posto, invece, il Barcellona di Luis Enrique che in questa stagione punta a conquistare ben 5 trofei, considerando la Supercoppa Europea e il Mondiale per club già nella bacheca del Camp Nou: soltanto il 18 % dei partecipanti al voto ha scelto il club blaugrana. Al terzo posto, infine, il Bayern Monaco, rivale della Juventus in Champions League, con il 7% dei voti. E’ chiaro, quindi, come i partecipanti al sondaggio abbiano deciso di votare la vera rivelazione di questa stagione, che nella peggiore delle ipotesi andrà comunque a conquistare un piazzamento in Champions League.
Fonte: SuperNews http://news.superscommesse.it/calcio/2016/02/and-the-winner-is-i-giornalisti-sportivi-italiani-assegnano-gli-oscar-del-calcio-154961/