Per ora, infatti, riceveremo dal dottore un piccolo promemoria da consegnare al bancone della farmacia, che permetterà di recuperare la nostra prescrizione anche in caso di malfunzionamenti del sistema o assenza di linea Internet. Ma quando il sistema andrà definitivamente a regime anche questo foglietto sparirà. “Dietro i vantaggi della dematerializzazione si cela un rovescio della medaglia”, avverte il segretario nazionale della Fimmg, Giacomo Milillo. “Qualcuno ha confuso gli studi medici con quelli dei Caf, vista la mole di dati anagrafici, codici di esenzione dai ticket, adesso anche quelli di erogabilità e appropriatezza e quant’altro dovremo verificare”.
Tra i vantaggi della ricetta elettronica il risparmio sulla stampa e distribuzione delle vecchie ricette rosse e il controllo sulla falsificazione delle ricette stesse o sugli abusi conseguenti il furto dei ricettari. Ma come funziona, nel concreto, il nuovo sistema? I dottori, per effettuare una prescrizione, si connettono dal proprio pc a un apposito portale: compilando la ricetta sullo schermo, identica a quella cartacea, un Nre (Numero ricetta elettronica) sarà associato al codice fiscale del paziente, aggiungendo in automatico anche eventuali esenzioni. Il sistema stampa quindi il promemoria, con il quale andare in farmacia: con i dati presenti, attraverso i codici a barre stampati sul piccolo foglio A5, il farmacista recupera la prescrizione direttamente on-line e consegna la medicina.
Ci vorrà ancora tempo perché sparisca anche la vecchia ‘fustella’ da attaccare nei riquadri rossi, poiché anche se i codici della confezione sono inseriti direttamente sul computer ancora, non è stato possibile determinare un meccanismo che annulli il valore della fustella rispetto alla necessità di identificare e distinguere i farmaci erogati a carico del Ssn da quelli che anche se erogabili vengono invece pagati direttamente dal cittadino. Il procedimento nei prossimi mesi si diffonderà anche per la prescrizioni di esami e visite specialistiche, visto che la ricetta elettronica sarà accettata anche da cliniche, ambulatori e ospedali.
In questa prima fase di avvio, fino a fine 2017, sono però ancora esclusi dal nuovo metodo solo alcuni farmaci come gli stupefacenti, l’ossigeno, le prescrizioni per erogazione diretta in continuità assistenziale, i farmaci con piano terapeutico Aifa. La ricetta elettronica, in compenso, vale in tutte le farmacie del territorio nazionale, sia pubbliche che convenzionate. Questo significa che i farmaci potranno essere ritirati anche fuori dalla regione di residenza. Una piccola rivoluzione, soprattutto per chi viaggia spesso o lavora lontano da casa, poiché fino ad oggi una ricetta di un medico sardo, ad esempio, non valeva oltre il Tirreno, e chi si trovava fuori casa era obbligato a pagare il medicinale per intero.
Solo alcune Regioni avevano previsto un sistema di rimborsi, per cui però erano necessari permessi speciali e lunghi tempi di attesa. Ora, grazie al sistema tessera sanitaria, le farmacie potranno applicare il ticket della regione di residenza dell’assistito: starà poi alle stesse Regioni scambiarsi le informazioni sui medicinali prescritti e, quindi, procedere ai relativi rimborsi compensativi.
per quelli fuori regione la Sogei calcola il ticket e lo trasmette alla farmacia, per i residenti la farmacia calcola il ticket e lo trasmette alla Sogei ????!!!!!!!????? Ma che strunzata. !
Calcola tutto tu e basta.
Il necessario è creare burocrazia invece di semplificazioni.
E pensare che per soddisfare le richieste di alcuni lestofanti lombardi è stato creato un ministero apposta: Il Ministero della Semplificazione che abbiamo affidato in gestione ad un certo Calderoli il quale se l’è pure portato da Roma a Monza perchè era meglio sotto casa.
Guradate in che mani eravamo e in che mani stiamo.