TIM SCATTO ALLA RISPOSTA: L’AUMENTO NON SI APPLICA AI CLIENTI DI UN’OFFERTA INTEGRATA
Tim scatto alla risposta, una misura comunicata dall’azienda attraverso i principali quotidiani della penisola riservata a coloro che hanno solo la vecchia linea telefonica di base e che non hanno aderito alle offerte a forfait. L’azienda ha comunicato che l’introduzione dello scatto alla risposta non si applica ai clienti di un’offerta integrata linea telefonica – internet in un unico abbonamento come ad esempio Tutto,Tutto Voce, TIM Smart, TIM Smart Fibra, Internet Senza Limiti.
TIM SCATTO ALLA RISPOSTA: IL RECESSO GRATUITO FINO AL 31 MARZO 2016
Tim scatto alla risposta non si applica neanche a quelle utenze dotate di un’offerta aggiuntiva con prezzi specifici verso alcune tipologie di chiamate come SuperChiamaMobile o Alice Tutto Incluso. Tim scatto alla risposta appare una chiara misura per spingere la clientela a stipulare piani a forfait. Per coloro che non hanno intenzione di pagare a Tim scatto alla risposta è possibile recedere dal proprio contratto con l’operatore in base alle Codice delle Comunicazioni Elettroniche. Fino al 31 marzo 2016 i clienti Tim che lo vorranno potranno passare ad altro operatore senza costi di disattivazione.
Un aumento propedeutico per traghettare la clientela sulle offerte tutto compreso. In quell’occasione le tariffe passarono da 5 a 10 centesimi al minuto. Tra un mese però la «tutto compreso», scesa per l’occasione in superofferta a 19 euro al mese per il primo anno, diventerà l’unica soluzione possibile. Il minuto di conversazione passa infatti da 10 a 20 centesimi con uno scatto alla risposta da 20 centesimi. Insomma un minuto di conversazione costerà 40 centesimi ossia circa 770 vecchie lire. Una follia dunque a cui si sommano 18,54 euro di canone mensile. Il risultato è che la tariffa a forfait, anche quella non in offerta a 29 euro al mese, diventa favorevole già a partire da 90 minuti mensili di conversazione, ossia tre minuti al giorno.
La mossa, effettuata lo scorso anno, non convinse infatti l’Authority. Che prima diffidò Telecom perché gli utenti del fisso non erano stati informati in maniera adeguata del cambiamento e perché la comunicazione non era corretta nei confronti di quella clientela a cui non interessano pacchetti aggiuntivi. Per questo motivo l’Autorità è intervenuta, imponendo a Telecom di dare facoltà agli utenti, per cui aveva fatto valere il «silenzio assenso», di tornare alla tariffa base senza pagare nulla. Adesso il gruppo vuole superare il divieto aumentando le tariffe e rendendo ancora meno conveniente l’abbonamento a consumo. Tim, come del resto gli altri gestori di tlc, punta alle tariffe tutto compreso per semplificare la gestione.