In base all’ultimo decreto taglia-esami del ministro della salute Lorenzin oltre 200 prestazioni mediche ed esami dovranno essere interamente pagati dai cittadini. Si parte proprio dalle cure odontoiatriche e quelle legale al controllo del colesterolo, fondamentali quando l’età avanza. Molte prestazioni sono soggette a lunghe e complesse procedure burocratiche per cui ottenere la prescrizione medica per evitare salassi non sarà facile, allerta il sindacato. “Sono previste sanzioni pesanti per i medici, qualora autorizzino prestazioni non strettamente necessarie”.
Per decreto si è sancito in effetti l’abolizione della medicina preventiva in base alla quale è meglio prevenire che curare, mentre oggi il decreto prevede l’esatto contrario senza realizzare probabilmente quei risparmi che la normativa si propone, mortificando oltretutto la serietà e la professionalità dei medici che per scelta di vita e impegno professionale devono operare secondo scienza e coscienza. E il profilarsi del pagamento delle prestazioni presso le strutture private convenzionate già a partire alla fine di ogni mese, dopo la sospensione degli ultimi tre mesi del 2015 in Campania, di certo non migliora la situazione. “E’ qualcosa di inaccettabile.
Era già un fatto grave che questo fino all’anno scorso avveniva negli ultimi tre mesi dell’anno solare. Adesso invece, con la nuova situazione, una volta esaurito il fondo stanziato per quella mensilità, il centro che avendo avuto una richiesta maggiore avrà “sforato” sarà costretto a far pagare le prestazioni agli utenti, per cui se una prenotazione cade in un giorno con il budget già esaurito il paziente dovrà fare una nuova prenotazione sperando che essa non ricada in un giorno con prestazioni a pagamento. Ci sarà la corsa ad assicurarsi la prestazione nei primi giorni di ogni mese. Adesso ci viene negato anche il diritto ad ammalarci in Campania. E poi ci dicono di non andare in altre regioni. Questo è una situazione intollerabile che penalizza i cittadini e segnatamente le persone anziane. Viene calpestato il diritto alla salute sancito dalla costituzione, di cui a parole tutti si dicono rispettosi ed è uno scenario non degno di un Paese civile. Adesso tutto questo allunga i tempi delle liste d’attesa”.