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La storia di Angela Bianco che ha sfidato il tumore e la malasanità

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“Quando la volontà di Dio riesce a battere anche la scienza”. Si potrebbe racchiudere così o semplicemnte nella parola “miracolo” la storia della salernitana Angela Bianco, ora 29enne che ha vissuto per 3 anni un lungo calvario dopo che gli era stato riscontrato un tumore maligno al cervello. La donna nel 2013 era in stato di attesa ed aveva tentato la strada del «cyberknife», il robot anti-cancro che avrebbe salvato la la vita della bimba che portava in grembo. Una tecnica innovativa, unica alternativa all’interruzione volontaria della gravidanza.

Chiese alla Regione Puglia di autorizzare l’utilizzo dell’apparecchiatura di radiochirurgia cerebrale, unico trattamento sanitario che non danneggerebbe il feto e presente nell’unica struttura del Sud. Ma la lungaggine burocratica portò a passare il tempo a non avere mai quell’autorizzazione. Da qui la decisione di andare ad Atene ed eseguire l’operazione in una clinica privata. L’intervento riesce perfettamente ed oggi Angela vive a Casalvelino, nel Cilento con il marito e la piccola Francesca Pio che gioca serenamente accanto ai suo genitori.

«Sto facendo la mamma, come volevo dopo una lunga battaglia – queste le parole della donna e riportate dal quotidiano on line de IlMattino Subito dopo il parto, tre mesi dopo, ho iniziato un ciclo di chemioterapia non invasivo. Ma a me non interessava più nulla, tranne la gioia di vedere che mia figlia era nata». Alla fine, quando Angela rende i conti della sua drammatica esperienza scopre che quello che di meglio e di più vero rimane della sua scelta di non abortire è il volto di Francesca Pio. «Mi è toccato, sinceramente, sommessamente – dice Angela – di aver assecondato un disegno che nella storia non si rivela compiutamente. Vorrò raccontare tutto a Papa Francesco, se ci riesco».

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