Poteva essere la sua partita, ma l’ambiente, quello granata lo ha già bocciato. Stiamo parlando di Mamadou Tounkara, l’esterno offensivo scuola Lazio che ieri Menichini, mister della Salernitana, ha lanciato nella mischia dal primo minuto all’Arechi contro il Lanciano nella delicata sfida salvezza persa poi dai padroni di casa 1-3. Ad inizio match era forte l’impressione che il
Balotelli dei piccoli potesse spaccare la partita, impressione legata alla consapevolezza che, da un momento all’altro, si potesse perdere in un bicchier d’acqua e così è stato. È vero, per carità, ha irritato il colpo di tacco, l’accartocciarsi su sé stesso, la stecca volante. Però qualche giocata gli era riuscita come l’assist per Bernardini che ha centrato il palo.
Chissà se quella palla fosse entrata dentro oggi staremo commentando un’altra partita ed eleggere Tounkara come uomo copertina. Diciamo pure che schierarlo in quella posizione alla prima da titolare non l’ha certo aiutato. E alla fine tutto lo stadio l’ha fischiato, quasi crocifiggendolo ed etichettarlo a unico colpevole dello scempio granata. Troppo indolente e presuntuoso nei movimenti, che ricordano SuperMario, ma Salerno non ama le vedette, le star o presunte tali che oggi fanno notizia più per i selfie fuori campo che per le giocate sul rettangolo di gioco: Salerno ama i Grimaudo, i Breda, i Melosi, i Vastola (ah Vastola!) i Ragusa, ecc. E se proprio deve amare le star devi essere Di Vaio o Di Napoli e purtroppo Tounkarà non lo è.