“Eppure dovrebbero essere proprio loro – ha detto Paipais – a conoscere il principio di presunzione di innocenza, prenderò provvedimenti nelle sedi opportune”.
Dal canto suo, D’Alessio ha raccontato la sua esperienza di impegno per la Terra dei Fuochi e delle difficoltà che ha incontrato. “Abbiamo raccolto fondi con il concerto davanti alla Reggia di Caserta e siamo riusciti a donare un’ambulanza per l’emergenza neonatale – ha affermato l’artista – eppure al momento è ferma e non si sa il perché”.
“Io ho fatto quello che dovevo e allo sponsor proposi la mia faccia in cambio di un aiuto per il territorio, cosa che è stata fatta – ha aggiunto -. Loro hanno devoluto 30 centesimi a confezione e abbiamo raccolto 500 mila euro, eppure il giorno dopo il concerto ci hanno detto che avevamo inquinato con le bottiglie di plastica”. E ancora: D’Alessio ricorda di aver iniziato a raccogliere fondi per il pronto soccorso dell’ospedale Santobono-Pausillipon e il suo impegno per l’ospedale Moscati di Aversa.
Resta però il rammarico: “Non ho fatto nulla”. “Spero che nessuno abbia mai bisogno di quell’ambulanza ferma – ha sottolineato – e questo al di là dell’aver cancellato il mio nome”. Fatto sta che “dopo quel gossip, è successo che dalle aziende ho ricevuto solo rifiuti”. “Io propongo loro di spendersi per il territorio e loro mi dicono di no – ha concluso – le aziende non vogliono più investire”.