Nel ricorso Bassolino porrà una richiesta precisa: rivotare nei seggi che compaiono nel video di Fanpage. “A Napoli – spiega – nel 2011 furono annullate tutte le primarie. In Liguria nel 2015 furono annullate le votazioni in 13 seggi. Non vogliono annullarli perché senza quei voti io sarei il vincitore non solo morale e politico ma anche con i numeri? D’accordo, allora votiamo di nuovo: se davvero hanno 500 voti in più di cosa hanno paura?”.
Bassolino punta a stanare i suoi avversari, rilancia, e attacca: “stavolta quelli che davano un euro e dieci euro devono stare a 1000 chilometri da Napoli”. Dopo la seconda bocciatura del ricorso, guarda direttamente a largo del Nazareno: “A Renzi – dice a Sky Tg24 – dico che dovrebbe interessarsi di persona di questa situazione, perché Napoli è Napoli e si devono creare le condizioni per andare bene al voto”. L’ex governatore, almeno per ora, resta quindi nel solco del Pd, ricordando che ne è stato “uno dei fondatori nazionali”.
Insomma, niente lista civica; ma la porta verso lo strappo definitivo resta aperta e Bassolino lo dice chiaramente quando qualcuno ipotizza una bocciatura del ricorso anche da Roma: “Se non si rivota – dice – rifletterò seriamente, perché Napoli per me va oltre ogni interesse di partito e di corrente”. La situazione resta dunque tesissima, anche perché la campagna elettorale del Pd a Napoli si preannuncia molti dura. E proprio su questo punta Bassolino che ricorda che “senza chiarezza” sulle primarie “il Pd finisce tra gli ‘altri’ nel risultato elettorale”: insomma, travolto.
La patata bollente delle primarie sta quindi per passare il Garigliano e approdare a Roma. Ma Bassolino non dimentica di attaccare l’ex delfina Valeria Valente: “Avrebbe dovuto chiedere lei prima di me di rivotare in quei seggi per poter andare avanti tutti insieme tranquilli”. E ancora: “ha fatto l’opposto di quello che dovrebbe fare chi si candida a sindaco di una grande città come Napoli”. Lei, la Valente, non replica e si lancia già nella campagna elettorale per le amministrative, attaccando de Magistris: “Ha beneficiato di una straordinaria liquidità negli ultimi tre anni derivanti dall’adesione al piano di pre-dissesto ed il mutuo con Cassa Depositi e Prestiti per l’accelerazione dei pagamenti della P.A. Queste straordinarie circostanze avevano consentito di portare i tempi di pagamento a 60 giorni, la scellerata gestione del bilancio ha determinato l’allungamento dei tempi di pagamento ad un anno”. Nei prossimi giorni la Valente partirà con la prima iniziativa pubblica da candidata sindaco. Ma resta l’ombra dell’ultimo ricorso.
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