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Salvò due ragazze dall’annegamento, per il tribunale non avrebbe dovuto

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Rischiò la sua vita per salvarne quella di due giovani che nell’estate di 4 anni fa stavano annegando in mare a largo di Capaccio Paestum. Eppure la prima sentenza del Tribunale gli ha negato il risarcimento. E’ la storia  del bagnino eroe  Pierluigi Caroccia che all’epoca dei fatti (era il 27 giugno del 2012) vista la situazione non ci pensò due volte prima di gettarsi in acqua e trarre in salvo le due bagnanti con una di queste finita in coma e risvegliatasi poi dopo 5 giorni.

Secondo i giudici, Caroccia non sarebbe dovuto intervenire in quanto le due ragazze si trovavano nella spiaggia sita accanto a quella del lido dove il bagnino prestava servizio. Pierluigi lavorava inoltre in uno stabilimento che non lo teneva assicurato ed aveva una spiaggia sopra gli 80 metri che prevedeva la presenza di almeno due lifeguard. Caroccia, che ha ricevuto immediatamente la solidarietà di un’intera comunità, è pronto a presentare ricorso dopo essere stato accusato di non aver agito come avrebbe dovuto.

Il giudice del lavoro del tribunale – come scrive Salerno Today – però non è d’accordo e ha emesso una sentenza che così recita: “La violazione denunciata non può ritenersi in nesso casuale con l’incidente occorso in mare”. Nel giorno precedente all’incidente, il 26 giugno 2012, i bagnini sarebbero stati due. “

“La sola circostanze che nel giorno dell’infortunio fosse assente il secondo assistente bagnino  – scrive il giudice – non assume alcuna rilevanza nella causazione del danno lamentato dal ricorrente”. Come si legge sul documento, “il Caroccia, dunque, pur avendo conseguito il patentito di bagnino e quindi pur avendo ricevuto un’adeguata formazione per svolgere la specifica attività di salvataggio, disattendeva le specifiche disposizioni dettate in materia di salvataggio. Ed  invero il salavataggio cd. a mani nude (ossia senza l’ausilio di nessun dispositivo di galleggiamento o recupero degli infortunati) deve essere evitato tutte le volte che si può intervenire con maggiore sicurezza ricorrendo a qualche mezzo”.

In sostanza, secondo il giudice “possiamo affermare che il danno è stato provocato da una condotta dello stesso infortunato del tutto atipica ed eccezionale e tale da porsi come causa esclusiva dell’evento dannoso…La presenza del secondo bagnino non avrebbe potuto evitare l’infortunio avvenuto, come detto, per la sola imperizia dell’infortunato.

Dobbiamo immaginare, infatti, che essendo due le persone in difficoltà. il secondo bagnino sarebbe stato impegnato nel salvataggio di una delle due, sicchè non avrebbe potuto evitare l’incidente al ricorrente”, riporta la sentenza.

E quindi, Caroccia, per cui il Comune di Capaccio ha anche proposto la medaglia al Valor Civile, adesso è accusato di non aver agito come avrebbe dovuto ed è ritenuto l’unico responsabile di quanto accaduto. Ma, come da lui stesso annunciato, presenterà ricorso. La sentenza ha lasciato di stucco l’intera comunità che ha subito espresso piena solidarietà al bagnino-eroe.

 

 

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