«Sono sollevata,mi sarebbe piaciuto essere lì. È finito un incubo». É arrivata ieri mattina presso l’istituto Santa Teresa di Vallo della Lucania la telefonata di Bazan Verde Carmen,per tutti Suor Soledad. Subito dopo la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte di Appello di Salerno le suore di Vallo della Lucania le hanno inviato una email all’indirizzo di posta elettronica che la novizia aveva lasciato prima di tornare in Perù. Solo ieri mattina l’ex suora è riuscita a mettersi in contatto con le consorelle in Italia. Una voce emozionata raccolta da suor Zelia,la madre superiora dell’istituto religioso. Soledad ha spiegato di aver fatto oltre 50 chilometri nel cuore delle Ande per trovare un telefono.Ha voluto avere conferma dalla viva voce delle consorelle di essere stata assolta. Soledad non è un mostro. Non è colpevole di abusi sessuali sui bambini dell’istituto Santa Teresa. L’ex suora ha espresso il desiderio di voler tornare in Italia.Il suo avvocato Vincenzo Cannavacciuolo è già a lavoro per farle riavere il visto e il permesso di soggiorno. Chissà se tornerà anche a prendere il velo e a proseguire il suo percorso religioso. Nel 2012 subita la condanna di primo grado fu costretta a tornare in Perù. Si è riunita alla sua famiglia di origine nelle Ande interrompendo ogni rapporto con l’Italia. Durante la sua permanenza a Roma nell’ultimo anno avevo intrapreso anche gli studi universitari. Improvvisamente dovette cambiare vita. Anche Suor Romana all’epoca madre superiora dell’istituto Santa Teresa imputata nel processo, ha lasciato Vallo della Lucania. Ha preferito trasferirsi in Madagascar. Pacato ed amaro il commento dell’avvocato Franco Maldonato, difensore del muratore a giudizio come il «fidanzato di Suor Soledad». «È una sentenza che ha fatto buon governo dei criteri che debbono sorreggere le valutazioni delle dichiarazioni dei minori. Non possiamo dimenticare, però, che la casa di un innocente è stata presentata come la casa degli orrori»