È stata l’esasperazione e la paura di perdere il posto di lavoro che ha provocato tutto ciò, un episodio, comunque, lo ribadiamo ancora una volta, da condannare. I lavoratori – aggiunge Botte – sono regolarmente al lavoro. Nessun richiamo dall’azienda e, almeno per ora, nessun provvedimento da parte della Questura”. Ieri, infatti, Martina Marraffa, l’anima del presidio permanente, si era recata in Questura per sporgere denuncia sull’accaduto. È stata la stessa Martina a dire “siamo con gli operai. No alla violenza, solo comprensione e compassione”.
Da ieri sera, davanti i cancelli delle Fonderie, il presidio ha attaccato uno striscione dal senso inequivocabile “No guerra tra poveri”. Sul futuro dello stabilimento, infine, Botte ribadisce che “è necessaria la delocalizzazione dell’azienda, ma noi lasceremo questa fabbrica solo nel momento in cui si accenderanno i motori nel nuovo sito. Periodi di inattività comporterebbero una perdita importante di lavoro e noi non lo possiamo permettere”.