Adesso invece, con la nuova situazione, una volta esaurito il fondo stanziato per quella mensilità, il centro che avendo avuto una richiesta maggiore avrà “sforato” sarà costretto a far pagare le prestazioni agli utenti, per cui se una prenotazione cade in un giorno con il budget già esaurito il paziente dovrà fare una nuova prenotazione sperando che essa non ricada in un giorno con prestazioni a pagamento. Ci sarà la corsa ad assicurarsi la prestazione nei primi giorni di ogni mese. Dunque ci viene negato anche il diritto ad ammalarci in Campania. Per non parlare del decreto Lorenzin, che di fatto abolisce la medicina preventiva, secondo la quale è meglio prevenire che curare, cosa che consentirebbe maggiori risparmi con un’assistenza più qualificata. E’ la negazione di quanto i medici sostengono da sempre. Ora chi vorrà sottoporsi alle prestazioni incluse nell’elenco le potrà ottenere solo in certi casi a carico del servizio sanitario: se non ricorrono le condizioni elencate nel documento del ministero, dovrà pagare di tasca propria.
Ecco, ben venga che gli ospedali non chiudano ma a cosa servono aperti se ci sono queste leggi?”. Altro nodo drammatico è quelle delle liste d’attesa: “C’è da aspettare 4 mesi per una ecografia ecodoppler, anche prenotata con strutture convenzionate con il Servizio sanitario nazionale. In provincia un pensionato su due persone rinuncia a curarsi, perché non riesce a sostenere i costi per curarsi a causa delle pensioni troppo basse che per l’80% nella nostra provincia sono inferiori ai 1000 euro. Questo Polimeni deve saperlo. Da lui vogliamo, oltre agli ospedali, un’assistenza certa e garantita a costi accessibili”.
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