GIORGIO LISI. Il Professore Giorgio Lisi, pugliese di nascita, cavese per amore. Nato a Locorotondo (Bari) il 5 settembre 1914, arrivo a Cava de’ Tirreni da ufficiale di complemento dell’esercito e qui conobbe la moglie Adalgisa Crispo. Morì nel dicembre 1979. Nei quarant’anni di vita vissuta a Cava de’ Tirreni si fece stimare per le qualità umane, di educatore, fu insegnante di lettere classiche a Nocera Inferiore, Amalfi e infine, appena fu istituito, al Liceo classico Marco Galdi, con una apprezzata vena poetica e per l’impegno civico. Una forte personalità quella di Giò, come lo chiamava l’avvocato Mimì Apicella con il quale divideva la passione per il giornalismo e animava le trasmissioni radiofoniche su la Radio del Castello e Radio Cava Centrale.
Fu corrispondente cavese dei quotidiani, Il Roma e Napoli Notte, oltre che collaboratore dei periodici locali, Il Pungolo e Il Castello, dove commentava i fatti cittadini con non poca vena critica e polemica. Attivo nella vita culturale cittadina, apprezzato conferenziere, la passione e lo studio per Dante lo porto ad essere coideatore della Lectura Dantis Metelliana e cofondatore del Social Tennis Club. Oltre alla vena poetica ha lasciato interessanti saggi letterali , tra i più apprezzati: 1876 – la sinistra al potere; Tasso e Galilei; Il Sacrificio di Ulisse; introduzione allo studio del Verismo; Benedetto Croce nel centenario della nascita. Prese parte attiva nella vita politica e amministrativa della città come consigliere comunale e amministratore dell’Eca
PASQUALE CAPONE. Il Maggiore di Artiglieria Capone Pasquale (Salerno, 1896 – Cava de’ Tirreni, 16 settembre 1943), partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale di complemento. Passato poi in servizio permanente effettivo, capitano d’artiglieria, partecipò alla Seconda guerra mondiale combattendo in Africa settentrionale. Ammalatosi nel 1941 fu rimpatriato e collocato in aspettativa con il grado di maggiore.
Il 16 settembre del 1943, fu protagonista di un gesto eroico, quando, presso la propria abitazione nella campagna di Castagneto dei soldati tedeschi stavano per fucilare un gruppo di patrioti. Nonostante fosse in casa con il padre Matteo ed il figlio di circa dieci anni, non esitò ad imbracciare il fucile ed aprire il fuoco sul drappello tedesco. Durante lo scontro i civili riuscirono a porsi in salvo dandosi alla fuga. I soldati tedeschi, individuarono l’abitazione dalla quale erano partiti i colpi e l’assaltarono; sfondarono la porta ed uccisero il vecchio padre. Nonostante fosse stato ferito e noncurante del rischio cui esponeva il figlio, senza più munizioni si difese ancora strenuamente fino a quando non venne sopraffatto, strappato al figlio e trascinato in un bosco vicino, nei pressi della villa Cardinale, dove fu immediatamente fucilato. Il corpo del maggiore Capone fu ritrovato dopo due mesi circa, poco distante dalla sua casa e insepolto.
Al termine della commemorazione, si è proceduto allo scoprimento delle targhe che porteranno il nome dei due illustri personaggi. La benedizione dei due momenti è stata affidata per la villetta “Giorgio Lisi”, al parroco della basilica della Madonna dell’Olmo Padre Giuseppe Ragalmuto e per via Pasquale Capone, al parroco della chiesa di San Cesereo Martire, a Don Pino Muller che ha voluto arricchire il momento della benedizione con la presenza della reliquia di San Giovanni Paolo II.