Soldi per scavalcare le liste d’attesa, 4 arresti all’Ospedale Ruggi di Salerno
redazione
Stampa
Quattro arresti nel
salernitano ed in altre province, quattro provvedimenti cautelari emessi dal gip a carico di due medici, ed una caposala, agli arresti domiciliari e un altro sanitario dello stesso nosocomio sospeso per nove mesi dal servizio, sono i destinatari dei quattro provvedimenti eseguiti oggi dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Salerno.
E’ il primo esito dell'”operazione Aragon” avviata dai Carabinieri di Salerno ad aprile 2015, che ha consentito di individuare un “sistema concussivo” nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” e del “Fukushima Brian Institute”, clinica privata di San Rossore (Pisa) diretta da Fukushima.
Nei confronti del luminare giapponese non è stata emessa alcuna misura cautelare pur in presenza – secondo gli investigatori – di un grave quadro indiziario in quanto risulta residente negli Stati Uniti e non ha in Italia stabile dimora.
I PROVVEDIMENTI DEL COMMISSARIO DEL RUGGI. A seguito delle notifica delle misure emesse dall’Autorità Giudiziaria, l’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, comunica di avere adottato i conseguenti provvedimenti con deliberazioni n. 78, 79 e 80, assunte in data odierna e, contestualmente, di aver rimesso gli atti all’ufficio provvedimenti disciplinari per l’avvio della relativa azione. Inoltre, con deliberazione n. 81, è stata istituita apposita Commissione aziendale per il governo delle liste di attesa, la cui presidenza è stata affidata al dr. Alfredo Greco, già procuratore capo presso il Tribunale di Vallo della Lucania.
VIDEO INTERVISTA AL RETTORE
LA PRECISAZIONE DELLA CASA DI CURA DI SAN ROSSORE. “In merito all’inchiesta della procura di Salerno che vede coinvolti Gaetano Liberti, Takanori Fukushima e Luciano Brigante per presunte irregolarità svolte presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona, la casa di cura San Rossore precisa di essere totalmente estranea alla vicenda”.
Lo afferma in una nota il presidente della clinica privata pisana, Andrea Madonna, riferendosi all’indagine della procura campana. “Per la stessa vicenda – si legge nella nota – lo scorso 28 ottobre abbiamo presentato querela all’autorità giudiziaria per tutelare la nostra immagine”.
La casa di cura, infatti, sottolinea Madonna, “non ha nessun legame diretto con il Fukushima Brain Center che è ospitato in alcuni spazi della clinica attraverso un regolare contratto di locazione e la cui attività è distinta da quella della casa di cura stessa”.
Nella querela presentata nell’ottobre scorso si evidenziava l’errato accostamento fatto da alcune testate campane tra il Brain center e la clinica di San Rossore di Pisa, affermando “erroneamente un coinvolgimento diretto della casa di cura” nei fatti contestati a Salerno e si precisava che il rapporto con Liberti e Fukushima era articolato in modo diverso: il medico italiano “ha esercitato la libera professione nella casa di cura in regime di extramoenia” e il chirurgo giapponese ha con la clinica “un rapporto di collaborazione”.
AGGIORNAMENTO del 29 novembre 2016. L’avvocato Rosa Cipriano legale del dr. Luciano Brigante rende nota la pronuncia della Cassazione n. 46650/2016 del 07/11/2016 che ha rigettato il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pisa avverso l’ordinanza del 06/06/2016 del Tribunale del riesame di Firenze e ha confermato l’estraneità del dr. Brigante agli accordi intercorsi tra i pazienti e gli altri medici coinvolti nella vicenda e la non ravvisabilità del reato di concussione in capo allo stesso.