Quest’ultimo negli anni ottanta da esponente di peso della Dc locale, unitamente all’allora sindaco Gaetano Sessa, ed al primo cittadino di Mercato San Severino, Vincenzo Erra, si battè unitamente a Vincenzo Buonocore e Ciriaco De Mita, per portare l’ateneo nella Valle dell’Irno, che i potentati salernitani della Dc Russo, Lettieri, Scozia e sopratutto Menna volevano che restasse a Salerno. A difendere la valle dell’Irno come uomo e politico di vecchio stampo è rimasto solo lui essendo nel frattempo deceduti sia Erra che Sessa i quali se fossero stati vivi pure lore sarebbero stati in prima fila a difendere il nosocomio di Curteri. I politici di oggi ad iniziare dai sindaci dei comuni della Valle dell’Irno, al consigliere regionale Tommaso Amabile, al consigliere comunale di Mercato San Severino, Giovanni Capuano, dipendente del nosocomio di Curteri. Del resto la presenza del nosocomio garantisce anche introiti economici per tutti gli esercizi commerciali della Valle dell’Irno ed in particolare di Curteri e Mercato San Severino.
Dalla chiusura dei reparti il 22 dicembre scorso tutti i negozi di Curteri hanno visto diminuire i loro affari. E poi c’è da chiedersi quale industriale verrebbe ed investire nella zona sapendo che non vi è una struttura sanitaria efficiente. A curteri dopo la chiusura di ostetricia, ginecologia, pediatria e nefralogia ora sono a rischio anche i reparti di urologia e cardiologia. Questo tra l’indiferenza generale dei medici, dei pèolitici e dei cittadini della Valle dell’Irno. Solo il comitato proospedale con Sica, Luca e Daniele Picarella e Giuseppe Saggese si sta battendo da mesi con varie iniziative per cercare di tenere in piedi la struttura sanitaria. Dopo la fiaccolta di protesta per le strade di Mercato San Severino e l’incatenamento davanti ain cancelli dell’ospedale, i componenti del sodalizio hanno in programma un’altra clamorosa azione di protesta.