Due anni fa, in qualità di presidente della Commissione Regolamento e Statuto del Comune di Capaccio (Salerno) fu promotore della proposta di celebrazioni di matrimoni civili nell’area archeologica di Paestum. Ora, però, Luciano Farro, non si dice affatto d’accordo sulla ipotesi che tutto questa si traduca in una “mercificazione dei templi”. “La proposta mia aveva ed ha obiettivi che non coincidono con quanto leggo in questi giorni e che sento soprattutto dal direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel e dal sindaco di Capaccio Italo Voza – spiega – infatti, i matrimoni civili nell’area archeologica, secondo la proposta dell’epoca, debbono rappresentare un evento straordinario, il particolare, il sogno, in considerazione dell’unicum al mondo che offre Paestum, ossia il tempio di Hera, Dea protettrice dei matrimoni e della maternità”.
“Nessuna mercificazione dei templi, dunque, e ciò è possibile soltanto se si fissa un costo altissimo, il più alto al mondo e solo così può attrarre vip, che è l’obiettivo prefisso, cioè vero marketing con un ritorno d’immagine unica, senza pari – conclude – s’immagini, invece, uno, due, tre matrimoni al giorno nei templi, sarebbe una svendita del migliore parco archeologico al mondo e patrimonio dell’Unesco, per pochi denari. Nessuna discriminazione, bensì evitare una massificazione nell’ottica dissimulata di aumentare solo il business dei matrimoni che causerà, inevitabilmente, la svalutazione dell’intero patrimonio culturale”.
(ANSA).
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