Ancora una volta assistiamo ad un tentativo farsesco di menare il can per l’aia da parte di un’opposizione consiliare in mancanza di altre argomentazioni. Questa opposizione non si rende minimamente conto che l’argomento è ormai sviscerato in tutte le sue fasi burocratiche e partecipative. L’aggiunta del nome Paestum (patrimonio mondiale Unesco) a quello (altrettanto carico di storia e valori sociali) di Capaccio, rappresenta una conquista per l’intera nostra comunità.
Da più parti si è levato il plauso per questa forte iniziativa che ha avuto il suffragio di un Referendum Comunale già ratificato dalla Regione Campania e che è stata sottoposta a tutti i passaggi normativi previsti dalla legge regionale del 1974 nel rispetto della Costituzione italiana, nonché a quello di conferma supplementare da ultimo richiesto dal Consiglio Regionale.
Quanto esposto nella nota stampa dai consiglieri di opposizione, oltre a non avere alcuna valenza e ragione giuridica e normativa, rappresenta la testimonianza lampante della loro più totale incoerenza e della confusione che ha caratterizzato il mandato consiliare di ciascuno dei firmatari. Infatti, basta consultare e leggere la delibera di Consiglio Comunale n. 87 del 29.11.2012, ormai storica, con la quale all’unanimità l’assise civica approvò l’iniziativa di variare la denominazione del Comune in Capaccio Paestum e di presentare istanza al Consiglio Regionale per l’indizione del Referendum del 15 giugno 2014.
In tale occasione, in Consiglio Comunale, oltre all’allora vicesindaco Ragni, anche il consigliere Gennaro De Caro “concordò con la proposta all’ordine del giorno, auspicando nel contempo serie analisi e studi sulle potenzialità economiche di sviluppo e lavoro”.
Il consigliere Pasquale Cetta “plaudì alla scelta ormai dovuta poiché il cambio di denominazione porterà ad una crescita complessiva”. Il consigliere Longo “rivendicò addirittura il fatto di abitare già su una strada che si chiama Capaccio Paestum”.
Allora, alla luce di tutto ciò, è chiaro che l’opposizione oggi, e come sempre, addirittura smentendo se stessa rispetto a quanto dichiarato e votato in precedenza sullo stesso argomento, inscena strumentalmente un’ennesima farsa coprendosi di ridicolo agli occhi dei cittadini capaccesi e al cospetto di tutta l’opinione pubblica nazionale ed internazionale che ha positivamente sottolineato l’importanza dell’aggiunta di Paestum al nome di Capaccio, rilevandone gli effetti positivi in termini economici e d’immagine.
Si rimane esterrefatti da tanta approssimazione, incompetenza giuridico-normativa e dall’ostinazione della minoranza consiliare nel voler continuare ad opporsi ad una scelta dei cittadini di Capaccio, del Consiglio Comunale (con il loro voto favorevole), del Consiglio Provinciale e del Consiglio Regionale.